Elezioni 2008/4.
Totoministri.
Se l'istruzione toccasse a Formigoni.
da
TuttoscuolaNEWS,
n. 340, 21 aprile 2008
Tra i nomi che
compaiono sui giornali in questi giorni di trattative e accordi in
vista della formazione del nuovo governo c'è anche quello di Roberto
Formigoni, attuale presidente della regione Lombardia ed esponente
di spicco di "Comunione e Liberazione", il movimento ecclesiale
creato da don Luigi Giussani. Per quale incarico?
Formigoni, giocando d'anticipo, ha fatto sapere di essere
interessato alla presidenza del Senato o a un ministero "pesante",
quello degli Esteri, incarichi per i quali però esistono altre
candidature forti.
In quel caso, l'ipotesi più probabile è che resti al Pirellone, alla
guida della Regione italiana più importante. Non è però neanche da
escludere che dal puzzle combinatorio da cui scaturirà la nuova
squadra di governo esca alla fine per il ministero dell'istruzione
proprio il nome del governatore lombardo. Forse non si tratterebbe
per lui di una "prima scelta", ma va anche detto che con la
riunificazione dei due ministeri (MPI e MUR), e in un governo con
soli 12 ministri, l'incarico acquisterebbe notevole peso. E potrebbe
interessare anche altri personaggi politici di prima grandezza come
Sandro Bondi, uno dei più stretti collaboratori di Silvio Berlusconi
in Forza Italia, un altro dei nomi che circolano sulla stampa in
questi giorni.
Certo, si tratta di un ministero difficile, con un budget imponente
ma rigido (fatto quasi tutto di stipendi), segnato da una storia di
riforme fallite e/o abrogate, con un elevato tasso di
sindacalizzazione e con una assoluta esigenza di rilancio
strategico.
Ma proprio per questo bisognoso di una guida forte e autorevole,
capace di far valere le ragioni di medio-lungo periodo degli
investimenti in istruzione e ricerca sul tavolo spesso "congiunturalista"
del Ministero dell'Economia. E di allargare il consenso politico
alle riforme, come l'attuale governatore della Lombardia ha mostrato
di saper fare nella sua regione, dove la legge regionale
sull'istruzione è passata con l'astensione dei consiglieri DS e
Margherita e il consenso dei sindacati, esclusa la sola CGIL.