Francia. da TuttoscuolaNEWS, n. 341, 28 aprile 2008 La copertina e il dossier del numero di aprile del mensile Le Monde de l'èducation (www.lemonde.fr/mde) sono dedicati all'analisi dei modi di apprendere di quella che viene denominata Gènèration Digital Natives, costituita dai bambini delle ultime generazioni, quelli che non hanno conosciuto il mondo pre-internet. I "digitali nativi", secondo alcuni studiosi che vengono citati e intervistati nel dossier, apprendono in modo diverso (Marc Prenky ne parla come di "mutanti") perché le loro connessioni cerebrali risentono della lunga e precoce esposizione a internet e ai prodotti multimediali. Questo fa sì che essi, a differenza degli adulti, possano svolgere più compiti contemporaneamente, come seguire un film e nello stesso tempo chattare in internet e fare un esercizio di matematica. Il loro cervello è naturalmente "ipertestuale", e questo rende sempre più difficile il rapporto con gli insegnanti, la cui logica è invece testuale e sequenziale, e che rispetto alle nuove tecnologie sono dei "migranti".
Il dibattito è aperto,
e non mancano coloro che nella Francia della grande scuola
cartesiana sostengono la superiorità dei metodi tradizionali. Ma
l'impressione è che la ricerca pedagogica e didattica si vada ormai
orientando verso l'accettazione della nuova realtà giovanile e la
piena legittimazione di nuove metodologie basate sull'apprendimento
di gruppo, l'utilizzazione dei blog, dell'iPod e delle chiavi USB,
la disposizione delle informazioni in orizzontale anzichè in catene
sequenziali. Per gli insegnanti "migranti" sarà dura, almeno fino a
quando non cominceranno ad essere sostituiti da colleghi più
giovani, "digitali nativi". Ma il processo appare irreversibile. |