L'aggressione nel cortile di una scuola media di Quarto (Napoli). «Sei un ciccione» e lo picchiano.
Bullismo contro un ragazzo di 11 anni di Anna Paola Merone, Il Corriere del Mezzogiorno dell'11.4.2008
NAPOLI — Gabriele (il nome è di fantasia) ha undici anni e frequenta con profitto la prima media alla scuola Mario Napoli di Quarto. Non è sicuramente un corazziere, è alto un metro e mezzo e non è longilineo. Anzi, ha una figura arrotondata. Ma non gli manca il coraggio, né l'amor proprio. Quello che lo ha sostenuto quando — dopo essere stato pestato a scuola da tre compagni della terza, tre bulli, che lo avevano preso in giro proprio a causa della sua mole — è subito corso a raccontarlo ai genitori. Chiedendo giustizia. La vicenda è incominciata due giorni fa nei corridoi della scuola. Alla terza ora Gabriele chiede di uscire per andare in bagno. Un ragazzo più grande gli sbarra il passo improvvisamente. Inizia a prenderlo in giro: «Ciccione, sei un ciccione » gli urla ridendo. Poi lo spintona, continuando a deriderlo. Arrivano altri due ragazzi di terza media a dare man forte al bullo: indicano Gabriele, continuano a chiamarlo «grasso, lardone» lo spintonano più forte. Arriva però un insegnante e li divide. La cosa — seppur sgradevole— sembra finita lì. Ma Gabriele deve ancora subire. CALCI E INSULTI - Quando all'uscita, si ritrova in fila con gli altri, pronto a varcare l'ingresso, i tre gli si fanno vicino a incominciano a prenderlo a calci. Una volta in cortile continuano. Se lo spintonano fra loro e il piccolo, all'improvviso cade. «Ciccione» continuano a urlare accanendosi sul ragazzo riverso a terra che grida verso di loro: «Io mi piaccio come sono e voi siete tre vigliacchi: tre contro uno non vale». Gabriele ricaccia indietro le lacrime: come può si rialza e corre fuori dove lo aspetta la madre che se lo vede arrivare davanti con il naso tumefatto, dal quale esce sangue, un dito gonfio, lividi dappertutto, i vestiti laceri. La donna porta il piccolo al Pronto soccorso, sporge denuncia ai carabinieri e poi — la mattina successiva — torna a scuola. Il preside, Antonio Vecchione, non c'è e viene ricevuta dalla vicaria. «Sono stata accolta con grande sufficienza — racconta — e mi è stato detto che gli insegnanti non sono tenuti a seguire i ragazzi fino all'uscita. Gabriele è un bravo bambino figlio di persone perbene». La vicepreside, intanto, ammette. «È vero è successo a scuola, ma nel cortile, e non alla presenza dei docenti. Abbiamo già convocato — aggiunge — i genitori dei ragazzi e sicuramente per loro scatteranno provvedimenti». Gli altri invece, ho saputo che sono già stati segnalati per episodi di questo tipo. La vicepreside mi ha detto di aspettare fino a lunedì: in questo tempo decideranno cosa fare. Io, però, con le scuole statali ho chiuso. Meglio le private».
BULLISMO IN AUMENTO - I dati sulle
prevaricazioni che i preadolescenti e gli adolescenti portano avanti
nei confronti dei propri coetanei sono sconfortanti. Anche nel
Mezzogiorno d'Italia sono poche le scuole che sfuggono al fenomeno.
Casi di bullismo sono stati registrati anche fra i ragazzi più
piccoli, quelli delle elementari. Il meccanismo è sempre lo stesso e
nel mirino finiscono i più deboli. |