Scuola, nuove norme. Pasquale Almirante, La Sicilia 24.8.2008 Si attendono ormai i regolamenti attuativi del decreto n°112, convertito in legge lo scorso 5 agosto, per accorpare più classi di concorso, togliere alcuni insegnamenti, irrigidire la formazione delle classi, introdurre un solo maestro, ridurre gli organici, ridimensionare le scuole. Le promesse del governo sulla istruzione vengono dunque tutte mantenute e se i presidi non applicheranno le norme pagheranno di persona. Con ogni probabilità pagherà pure la qualità della istruzione e la salute mentale dei docenti i quali attendono, oltre di sapere il loro destino, anche il rinnovo della parte salariale del contratto, scaduto lo scorso 31 dicembre. Sembra inoltre che gli aumenti a pioggia previsti siano alquanto pochi (si parla di pochi ero netti al mese) mentre qualcosa in più sarebbe previsto per premiare, anche questo in ottemperanza alle promesse, i docenti meritevoli. Difficile capire quali parametri saranno adottati, sta di fatto che la ricerca del "migliore" rischia di provocare ulteriore stress presso i professori che saranno costretti a competere con i colleghi, nascondere le proprie iniziative, abbandonare i lavori di equipe, operare nel sospetto di essere scavalcati o peggio cattivarsi simpatie e ruffianerie per appesantire le già magre rimesse dello Stato. Uguale discorso se il premio venisse assegnato all’intera scuola. Nel momento in cui non l’ottenesse, scatterebbe la caccia ai colpevoli con ostracismi e clima di sospetto, mentre le già poche collaborazioni fra scuole crollerebbero e si otterrebbe con ogni probabilità solo competizione subdola e non l’eccellenza. E non solo, ma le scuole periferiche e a rischio rimarrebbero comunque sempre tali con l’aggravio che i pochi docenti missionari sarebbero incentivati ad andarsene.
La questione del merito è dunque assai delicata
e pochi, crediamo, ne possono parlare con cognizione mentre
fondamentale ci appare un aspetto assai tralasciato: quello delle
ispezioni. In questo versante lo Stato dovrebbe intervenire in
maniera rigorosa e massiccia, sia contro i fannulloni e sia per la
didattica, compresi gli abusi o le ignoranze di insegnanti ma anche
di segretari e presidi. Ispezioni non solo di controllo, ma anche di
consiglio, di indirizzo, di aggiornamento. Ma per farlo occorrono
risorse e occorre pure avere a cuore la scuola pubblica che ha
bisogno di queste attenzioni per gratificare e per censurare,
condizioni che finora sono mancate. |