INTERVISTA A MARCO ROSSI-DORIA
"Ma che errore incolpare i prof".
Giulia Palmieri La Stampa,
26.8.2008
Marco Rossi-Doria, lei che
dell’insegnamento e della preparazione dei docenti ha fatto la sua
vita, è d’accordo con le dichiarazioni del ministro Gelmini?
«Non amo le polemiche. La scuola non è un problema di sinistra o di
destra. Con il ministro mi siederei volentieri a un tavolo per
spiegarle la complessità della situazione e i fattori che la
determinano. Poverina, non è colpa sua, prima faceva l’avvocato».
E a quel tavolo cosa spiegherebbe?
«Intanto che, se si guardassero le piccole province o i singoli
casi, si capirebbe che è impossibile parlare di scuola del Sud come
un’unica entità».
Perché?
«La provincia di Matera o la Sardegna sono molto più simili al
Centro-Nord di quanto si pensi. E il Centro-Nord è meno immune ai
problemi di quanto si dica. Basta guardare la periferia cittadina
rispetto al centro urbano. Se, come avviene nella provincia di
Verona, in un istituto si arriva ad avere ragazzi di 37 etnie, le
difficoltà sono le stesse di quelle di un quartiere alle porte di
Napoli».
Però esiste un divario
macroregionale forte. Lo dicono anche i dati emersi dalla ricerca
2006 Ocse-Pisa.
«Certo, conosco quei dati anno per anno. E do loro credito. Nel
Mezzogiorno c’è un alto tasso di fallimento formativo e di
dispersione scolastica. Ma la crisi va vista nei diversi motivi che
ne sono alla base».
Che sono?
«La demografia e la diversa concentrazione di alunni tra Nord e Sud.
Insegnare al doppio dei ragazzi è profondamente diverso. E poi c’è
il rapporto con gli enti locali».
Diverso anche quello?
«Il Nord ha certamente un’altra cultura e tradizione amministrativa,
più positiva rispetto al Meridione. E anche da questo deriva il
diverso stato delle strutture scolastiche».
Non c’entrano allora gli insegnanti?
«Ce ne sono di più o meno preparati, certo. Ma le condizioni in cui
operano contano molto. Se alle porte di Gela dei ragazzi fanno
alcuni errori di italiano e nel centro “bene” di Milano ne fanno
solo uno, si può giudicare quali dei professori sono stati più
bravi? Aveva ragione Don Milani: non c’è errore più grande di fare
cose uguali per persone diseguali».
Potrebbe essere efficace l’idea di
valutare i docenti in base all’apprendimento dei giovani?
«Certo, se i criteri sono razionalmente differenziati. E anche i
premi possono funzionare, a patto che si smetta di ragionare come se
il docente fosse ancora unico e si prenda in considerazione anche il
lavoro di squadra».
Perciò le politiche nazionali devono
tenere conto di tutti questi fattori.
«Deve esistere una linea unitaria per tutto il Paese, ma la cartina
del nostro sistema scolastico è così, a macchia di leopardo. Va
ridotto il divario esistente, ma non si può dimenticare che
insegnare a figli di precari non scolarizzati, che a casa si
ubriacano e parlano solo in dialetto, e insegnare a figli di
lavoratori stabili, magari con un alto grado di istruzione, sono due
lavori diversi».
Chi è, maestro di strada
Marco Rossi-Doria (Napoli, 1954) è maestro elementare dal 1975
Candidato alle primarie Pd, anima un progetto per portare a scuola i
ragazzi chenon frequentano.