La Dominici: ho già chiesto posti aggiuntivi, sono fiduciosa

Stranieri, dimezzati i docenti di sostegno.

A Milano e provincia solo 94 «facilitatori linguistici» per 46 mila ragazzi.
Cinque anni fa erano 200. Sindacati: integrazione a rischio

Annachiara Sacchi Il Corriere della Sera ed. di Milano, 18.8.2008

Giovanni Del Bene, preside dell'istituto comprensivo Cadorna di via Dolci - circa il 70 per cento di alunni stranieri (in prima elementare sono 53 su 77) -, esulta: «Mi hanno dato il prof di sostegno». Sospiro di sollievo. «Fa bene a gioire», dicono i rappresentanti sindacali. «Del Bene è uno dei pochi a essersi aggiudicato questa preziosa risorsa». Il tono è polemico: a settembre - spiegano i confederali - nelle scuole di Milano e Provincia gli insegnanti destinati agli oltre 46 mila studenti non italiani saranno 94. «Cinque anni fa - osserva Attilio Paparazzo della Cgil - erano 200 per 20 mila ragazzi. Ora sono davvero pochi. Troppo pochi». E, sorpresa, la pensa così anche Annamaria Dominici, il direttore scolastico regionale: «Purtroppo il ministero non ci ha dato di più. Ho già chiesto qualche posto aggiuntivo».


Emergenza integrazione. Ancora. Dopo la battaglia iniziata lo scorso luglio contro le «scuole ghetto» - con un tavolo istituzionale creato da Comune e direzione scolastica esplode la polemica sui facilitatori linguistici. Con le organizzazioni sindacali sul piede di guerra: dopo la pubblicazione dei posti di sostegno, Cgil e Cisl hanno scritto al provveditore Antonio Lupacchino contestando non solo i numeri degli alfabetizzatori, ma anche la loro distribuzione. «L'argomento non è stato oggetto di discussione - sottolinea Rita Frigerio, segretario milanese di Cisl scuola - Così si crea un gravissimo precedente». Affaire diplomatico, non solo scolastico. «Questi dati esigono un ragionamento che, almeno con noi, non c'è mai stato», continua Rita Frigerio.


Ma ecco i posti, nero su bianco: «69 docenti alle scuole aventi diritto per numero di alunni stranieri non nati in Italia; 9 a quelle che registrano un numero di neo-arrivati da 40 in su; 8 per quelle con numero di nomadi uguale o superiore a 20; 7 per il raddoppio di facilitatori nelle scuole con il maggior numero di stranieri a livello provinciale e che svolgeranno compiti di prima accoglienza; uno al comprensivo di via Giusti perché sede con un'alta affluenza di cinesi che svolge una qualificata attività di accoglienza in zona Paolo Sarpi». Distribuzione contestata: «Gli alunni neo-arrivati - continua Rita Frigerio - incidono troppo poco sul numero degli insegnanti di sostegno».


Come se non bastasse, c'è un altro motivo di lamentela: 39 alfabetizzatori (il doppio dell'anno scorso) vanno agli istituti superiori, dal tecnico Feltrinelli al Giorgi al Caterina da Siena al Natta. «E in alcune di queste scuole non c'è neanche un neo-arrivato». Ultimo nodo: nel conteggio, denunciano presidi e sindacalisti, non si è tenuto conto del piano di dimensionamento del Comune che sposta alunni e istituti cambiando, in sostanza, la mappa della popolazione scolastica milanese. Fine agosto con polemica. Tra gli addetti ai lavori girerebbe una lista di istituti che (pur avendo accolto nel 2007-8 almeno 30 neo-arrivati) non avrebbero ottenuto neanche un posto di sostegno. Come la scuola di via Viterbo: 37 nuovi arrivi, nessuna risorsa aggiuntiva. Risultato: qualche preside «di frontiera» lasciato fuori dal conteggio (un esempio: il comprensivo Ciresola di viale Brianza) si è lamentato inviando in Provveditorato una lettera di lamentele per non aver ricevuto «quanto sperato».


Pioggia di proteste. Ma un cambiamento potrebbe essere imminente: convocando una riunione per lunedì prossimo (il 25 agosto), il Provveditorato si è reso disponibile a eventuali modifiche. Un primo passo. «Resta il fatto - concludono i rappresentanti sindacali - che 94 facilitatori sono veramente insufficienti». Sospira Annamaria Dominici: «Che siano pochi sì, è vero», ammette. «Per fortuna posso contare sull'aiuto del Comune di Milano, e in particolare dell'assessore Mariolina Moioli che mi ha promesso qualche insegnante da distaccare sui progetti di integrazione». In fondo, il direttore scolastico è ottimista: «Qualcosa si sta muovendo: da parte degli enti locali e del ministero c'è molta sensibilità sul tema».