Bossi bracca la Gelmini: di A.G. La Tecnica della Scuola, 16.8.2008. Da Ponte di Legno il senatùr dice che la scuola dispensa troppi stipendi e molti andrebbero eliminati nella scuola primaria: tre maestre non servono. Ma tra i Ministri non c’è una linea condivisa: il responsabile dell’Istruzione ha più volte assicurato che non si tornerà mai al maestro unico. Ormai da un paio di mesi a questa parte non c’è esponente leghista che nel corso delle sue esternazioni dimentica la necessità impellente di mettere mano sul mondo della scuola. Il porta bandiera di questa nuova strategia non poteva che essere il leder storico del Carroccio, Umberto Bossi: durante le sue tradizionalissime vacanze ferragostane a Ponte di Legno, il senatùr voluto mandare diverse frecciatine ai colleghi ministri. Dopo aver spiegato che è giunto il tempo di stringere sul Federalismo e di tornare a pagare l’Ici sulla prima casa (ma non era stata appena eliminata?), si è rivolto direttamente al collega a capo del Miur, Mariastella Gelmini. Al responsabile dell’Istruzione Bossi ha fatto intendere di non arretrare di un centimetro (o meglio tenere duro) sui forti tagli approvati con la Finanziaria, argomento che ad inizio settembre verrà ripreso con la parti sociali attraverso l’avvio di una serie di tavoli tecnici in seno a viale Trastevere: “è così che deve essere: inutile aspettare”, ha detto il leghista a proposito degli 8 miliardi di euro da trattenere alla scuola in tre anni. “Perché se uno fa parte di un Governo rivoluzionario – ha aggiunto Bossi - non può esser sempre lì a chiedere i soldi al Tesoro: bisogna trovare nuove strade, bisogna inventare e tagliare”. Poi il Ministro delle riforme è tornato a prendersela con i docenti: stavolta, però, non solo quelli del Sud. Secondo Bossi il settore dell’istruzione in Italia dispenserebbe infatti “troppi stipendi: bisogna decidere – ha sottolineato il senatùr - se la scuola è una fabbrica di stipendi per gli insegnanti oppure è al servizio delle famiglie”. Bossi ha anche identificato nella primaria il settore dell’istruzione italiana da “sacrificare” per dare maggiore giustizia ed equilibrio statale: è un’indicazione che però sorprende non poco, visto che è senza dubbi quello messo meglio nelle classifiche internazionali Ocse-Pisa sia in fatto di organizzazione didattica che di competenze acquisite. Il leghista , come sua consuetudine, non ha fatto troppi giri di parole per dire che ha nostalgia della scuola elementare che ha frequentato in prima persona: “le tre maestre non servono – ha detto dando così il suo personale via libera al ritorno al maestro unico a dispetto delle dichiarazioni rassicuranti giunte negli ultimi tempi da viale Trastevere – anche per i ragazzi sarebbe meglio avere un solo punto di riferimento”. Le dichiarazioni di Bossi non sono di poco conto: oltre ad attaccare un sistema d’istruzione che fa da riferimento positivo un po’ in tutto il mondo, rischiano di rendere ancora più tesi i rapporti con il Ministro del Miur: Mariastella Gelmini già di recente era stata “accusata” di gestire un comparto delicato come quello dell’Istruzione pur non avendo esperienze dirette nel settore. La replica piccata del giovane avvocato bresciano però evidentemente non ha chiuso il conto.
A Ponte di Legno, pochissimi chilometri dalla residenza lombarda del
Ministro Gelmini,il senatùr si è però preoccupato di difendere non
solo le deficitarie casse dello Stato, ma anche quelle delle
famiglie costrette a tirare la cinghia anche a causa degli aumenti
ingiustificati dei libri di testo: “ogni anno – ha concluso Bossi -
i libri cambiano e per una famiglia sono una bastonata: devono
rimanere gli stessi per almeno cinque anni”. Non entra però nel
merito su quali sono i testi che vorrebbe immodificabili: nella
lista, c’è da scommetterci, ci sarebbe anche qualche libro sulle
tradizioni locali. Come “La storia della Lombardia a fumetti” che
dal prossimo mese – dopo aver rimediato un anno fa lo stop dall’ex
Ministro Fioroni – verrà distribuito sui banchi delle scuole
elementari e medie della regione. Gelmini permettendo. |