La tesi dell'Avvocatura: oggi decide Mussi. E dal 2009 cambiano le regole

«Test, a Catanzaro tutto da rifare»
Parte la rivolta degli studenti.

Lo scandalo degli esami di ammissione a Medicina.
Sit-in il 18 davanti al ministero, via alla protesta nelle università

 Il Corriere della Sera del 12/9/2007

 

ROMA — Per l'Avvocatura dello Stato la prova di ammissione ai corsi a numero chiuso gestiti dalla facoltà di Medicina di Catanzaro (1.200 domande per 80 posti) va annullata e ripetuta. Nell'ateneo calabrese sarebbero scomparsi, prima della prova, tre dei plichi contenenti i quiz per la selezione dei futuri camici bianchi. Il parere, non vincolante, escluderebbe l'opportunità di annullare tutti gli altri test di ammissione. L'Avvocatura è stata chiamata a pronunciarsi anche sugli altri episodi avvenuti a Bari, Chieti e Ancona, dove un'organizzazione truffaldina ha agito dopo la regolare apertura delle buste. Il ministro Mussi prenderà una decisione questa mattina — su Catanzaro l'annullamento sembra scontato — e annuncerà delle novità sui quiz di ammissione. Una procedura di cui, secondo il ministro, si sta abusando da tempo. Dall'autunno 2009 la prima novità, concordata con Fioroni (Pubblica istruzione): il voto della maturità e il profitto del triennio varrà fino a 25 punti.

Intanto si rafforza nel Paese il movimento di opinione per l'eliminazione dei test di ammissione. Lo chiedono politici come Pietro Folena, Prc: «Abbiamo in Italia un numero di laureati inferiore alla media europea e cosa facciamo? Invece di favorire chi vuole studiare, lo mortifichiamo con test a volte assurdi e altre volte truccati». E Pino Pisicchio, Idv, rincara: «Abolire i test d'ammissione all'università, ma bisogna informare i giovani dopo il conseguimento della maturità sul mercato delle professioni». L'Anaao Assomed, il sindacato maggiormente rappresentativo della dirigenza medica, invoca «rimedi radicali per cambiare un sistema divenuto fonte di inefficienza e corruzione ». «Siamo di fronte a una questione morale di dimensioni impressionanti — sostiene il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini —. Chiediamo al Governo e al ministro di intervenire». Il superamento dei quiz è chiesto da studenti di destra e di sinistra, come l'Udu che ha annunciato un ricorso collettivo nazionale per le facoltà mediche e che ha organizzato per il giorno 18 un sit-in di protesta davanti al ministero contro il sistema dei quiz.

I presidi di Medicina invitano a riflettere sulle reali dimensioni dello scandalo dei test. «Si tratta di un fenomeno limitato — dice Pierluigi Frati, prorettore della Sapienza e presidente della Conferenza dei presidi di medicina —. Se sono 50 le prove da invalidare, si rimettano a concorso quegli unici posti, senza coinvolgere il resto d'Italia che ha eseguito le prove a rigor di legge». Per Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale (Cun) e coordinatore della Conferenza dei presidenti dei corsi di laurea in Medicina, i test di ammissione sono indispensabili.

«Siamo stati per un lungo periodo il Paese con il maggior numero di medici — ricorda — e questo ha reso obbligatorio il numero programmato. Ma il solo quiz — continua Lenzi — non è un metodo adeguato. Approvo ciò che dice Mussi: andiamo a vedere anche il curriculum dell'ultimo triennio delle superiori. Noi oggi infatti non selezioniamo i migliori: i risultati finali sono più correlati col rendimento scolastico che con il punteggio delle prove di ammissione ». «Non vorrei che lo scandalo dei test di Medicina — afferma il rettore di Ancona, Marco Pacetti — finisse con il favorire i nostalgici del passato, quando ogni facoltà faceva il proprio comodo».