Il tetto annunciato dal ministro Mussi in un collegato alla Finanziaria
Stop al mandato a vita da ItaliaOggi del 19/9/2007
Rettori universitari non più a vita, ma per soli
sei anni. A mettere un limite a quelle che sono state definite vere
monarchie accademiche sarà un provvedimento che, secondo quanto
annunciato dal ministero dell'università e della ricerca scientifica
Fabio Mussi, potrebbe essere contenuto nel collegato alla prossima
manovra Finanziaria. Era stato lo stesso ministro ad annunciare più
volte di voler mettere le mani con una legge quadro sulla governance
universitaria, cioè su quel sistema di governo dei singoli atenei
definito da Mussi «piuttosto confuso». Secondo le prime indiscrezioni
il titolare di piazzale Kennedy vorrebbe prevedere, non in un disegno
di legge vero e proprio, ma in un solo articolo da aggiungere
all'unico testo che il parlamento è obbligato ad approvare, sei anni
di mandato non più rinnovabili, stabilendo soprattutto che non si
possano fare modifiche ai regolamenti interni. Il tutto parte da
un'operazione che, a quanto pare, nel panorama delle università
italiane è piuttosto diffuso: quella cioè di modificare gli statuti e
poter succedere a sé stessi. E modificarli in maniera più o meno
consistente, grazie all'inserimento di norme transitorie che portano
con sé la possibilità di azzerare i mandati già svolti. Con la
possibilità, quindi di ricandidarsi, venendo meno a quella regola non
scritta che fissa per tutti gli atenei due o massimo tre mandati. Un
fenomeno che è cresciuto e si è sedimentato con la forza
dell'autonomia di cui godono le università. Rettori in carica perciò
per nove, dieci, quindici anni fino ad ora si poteva. C'è chi ha
addirittura tagliato il traguardo di 16 anni: è il caso
dell'università di Cagliari, il cui rettore Pasquale Mistretta, più
che settantenne, ha inaugurato lo scorso anno solo il suo sesto
mandato. Niente a confronto con la monarchia del magnifico di Brescia
Augusto Preti, in carica dal 1983: lo chiamano il decano dei rettori e
il suo nono mandato scade nel 2010. Firenze non è Brescia, ma anche il
magnifico Augusto Marinelli ha ottenuto il suo terzo mandato nel 2006,
cambiando anche lui lo statuto e introducendo una norma transitoria
che consente al rettore di essere eletto per la terza volta solo con
il 50% più uno dei voti. Sulla stessa scia anche il rettore Fabiani,
che prima ha costituito una commissione per redigere il nuovo statuto
e cambiare la norma sull'eleggibilità. La modifica inoltre non
consente solo all'attuale rettore di ricandidarsi per essere eletto
oltre il secondo mandato consecutivo, ma azzera anche le scadenze di
altre cariche elettive monocratiche all'interno dell'ateneo: presidi,
presidenti di corsi di studio e collegi didattici, direttori di
dipartimento. Nel frattempo dopo lo scandalo sui concorsi truccati
alle università di Catanzaro, Bari, Messina e Bologna continuano le
inchieste e gli approfondimenti per far luce su quanto è successo. Lo
stesso Mussi che ieri ha incontrato il commissario anticorruzione
Achille Serra ha dichiarato aperta la «caccia grossa a corrotti e
corruttori». «Voglio dire con chiarezza ai docenti coinvolti nelle
truffe», ha minacciato Mussi, «che non avrò pace finché non li vedrò
cacciati». Mentre sono già 700 le adesioni al ricorso collettivo al
Tar promosso dall'Unione degli universitari (che ieri ha organizzato
un sit-in di protesta nel piazzale antistante la sede del ministero
dell'università e della ricerca scientifica) per chiedere
l'annullamento dei test d'ammissione a Medicina e Chirurgia del 4
settembre.
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