Si torna in classe tra le «stangate».
Libri più cari e professori senza contratto,
via a un nuovo anno pieno di problemi.
di Silvia Mastrantonio, da
La Nazione del 10/9/2007
— ROMA —
COMINCIANO
Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto e Molise insieme con la
provincia autonoma di Bolzano. Ma poi, a seguire, tutte le regioni
italiane vedranno tornare sui banchi, dalle materne alle superiori, la
bella cifra di 9 milioni di studenti. Nuovi libri (rincarati) vecchi
insegnanti (ma forse anche nuovi visto l’avvicendamento cospicuo),
nuove materie da studiare e soprattutto tante incognite.
Perché, è inutile negarlo, nonostante i correttivi, i giri di vite,
gli aggiustamenti etc., la scuola vive una stagione difficile. Ci sono
problemi che ci trasciniamo dietro di anno in anno senza che una
soluzione appaia all’orizzonte. E se gli psicologi dicono che riapre,
con la scuola, anche la stagione dei mal di testa infantili, non si
possono sottovalutare i malori degli insegnanti (aspettano il
contratto da due anni) e dei genitori alle prese con i prezzi
gonfiati.
IL PRIMO
nodo resta quello dei soldi. Per il contratto dei docenti, per la
manutenzione degli istituti. L’istruzione assorbe 39 miliardi di euro
ogni anno soltanto per gli stipendi dei dipendenti. Eppure non
bastano. I sindacati ci dicono con allarme che nonostante aumenti il
numero degli iscritti, gli insegnanti continuano a calare. Un aspetto
che colpisce particolarmente i bambini diversamente abili per i quali
gli insegnanti di sostegno si sono assottigliati. Lo stesso problema
di fondi rende un’incognita il tempo pieno perché, in parecchi casi,
non sarebbe garantita la compresenza.
ALTRE
nubi arrivano, per le famiglie, dall’avvicendamento dei docenti:
quest’anno saranno 200mila quelli destinati a nuove sedi. Soprattutto
nella scuola secondaria, in un terzo dei casi i ragazzi si troveranno
dinanzi una faccia nuova. Il tutto a causa di trasferimenti, pensioni,
nomine provvisorie di personale non di ruolo. Ma la continuità
didattica?
Senza cercare alibi troppo facili è però indubbio che questo sistema
non aiuta i giovani. I quali, tanto per chiarire, appaiono sempre più
«indebitati» rispetto a materie (matematica in testa) considerate
ostiche. La percentuale, nelle secondarie, di ammessi alla classe
successiva con debito è pari al 36%. Secondo il ministro della
Pubblica Istruzione anche questo sistema ha fatto il suo tempo e
sarebbe ora di ripristinare gli esami di riparazione. Sul fatto che le
scuole debbano promuovere corsi di recupero per arginare l’ignoranza
degli alunni, i sindacati vogliono vederci chiaro. Si contesta,
infatti, il ricorso a professionisti esterni alla scuola mentre sono
in molti a suggerire un «intramoenia» estesa ai professori di ruolo
degli stessi istituti interessati. Il tutto, ovviamente, senza
insistere troppo sulla questione edilizia scolastica che, nonostante i
previsti 250 milioni di euro in tre anni, lascia molto a desiderare.
IL CAPITOLO
denaro è pesante sia per gli insegnanti (contratto da firmare) sia per
le famiglie. Il caro libri si è attestato, secondo le organizzazioni
dei consumatori, in una forbice che va dal 5 al 12% di aumenti. La
spesa prevista per ogni nucleo familiare è di circa 320 euro (+5%
rispetto al 2006) e di 352 euro alle superiori con un maggiore esborso
pari al 12%.
Lungo l’elenco dei problemi dal quale non si possono lasciare fuori i
dati negativi sulla dispersione scolastica (pari al 20,6%) a livello
nazionale e quelli sui fenomeni deteriori che hanno portato la scuola
in prima pagina. Bullismo ma anche vicende di prevaricazioni da parte
degli insegnanti. Il ministro Fioroni ha deciso di tirare le redini a
fannulloni e assenteisti delegando un grande potere ai dirigenti
d’istituto. Ma anche qui i sindacati restano perplessi: troppa
autonomia ai presidi significa mancanze di garanzie per il singolo.
Anche per gli studenti il ministro sta studiando nuove forme, più
dure, di punizione. Vedremo.