La stagione contrattuale si è aperta anche per i
presidi.
All'Aran due le piattaforme rivendicative.
Più poteri ai dirigenti scolastici.
I sindacati lamentano: troppe ingerenze dai
revisori dei conti.
da ItaliaOggi
del 25/9/2007
Più poteri ai dirigenti. È la richiesta che
arriva dai sindacati in vista del rinnovo del contratto dei presidi
per il quadriennio 2006-2009. Le piattaforme rivendicative, inviate
all'Aran, sono due, quella della Flc-Cgil e Cisl scuola, e della Anp,
l'associazione nazionale presidi.
I due documenti hanno punti in comune, punti divergenti e punti
affrontati dall'uno e non dall'altro e viceversa.
Senz'altro comune è la richiesta di maggiore valorizzazione della
dirigenza scolastica, condizione per rafforzare la qualità del
servizio e per garantire l'autonomia delle istituzioni scolastiche.
Tutti lamentano arbitrarie incursioni di altri soggetti nella gestione
delle scuole. In particolare, quasi in sintonia con l'Anp, che
rivendica il ruolo del dirigente scolastico e della Rsu nello sviluppo
delle relazioni sindacali di scuola, Cgil e Cisl denunciano i
comportamenti degli uffici finanziari, ovvero dei revisori dei conti e
degli uffici di controllo del ministero del tesoro, i quali,
attraverso i propri rappresentanti nei collegi sindacali, avrebbero
preteso «la modifica di contratti di scuola liberamente determinati
fra le parti» e tardato l'approvazione del contratto integrativo
nazionale, approvato con sette mesi di ritardo. Cgil e Cisl chiedono
di ripristinare condizioni di certezza nello svolgimento dell'attività
lavorativa almeno sotto il profilo contrattuale, e chiedono alla
politica di chiudere i processi di riforma degli ordinamenti,
restituendo certezza anche sotto quest'altro profilo. I due documenti
richiamano l'innovazione introdotta dall'ultima Finanziaria (art. 1,
comma 548), che fissa in 55 giorni il tempo massimo per le
certificazioni di merito (Corte dei conti e presidenza del consiglio),
trascorso il quale il contratto s'intende approvato, e ne esigono il
rispetto, ma è necessario che l'atto d'indirizzo del competente
comitato di settore (condizione per avviare le trattative) sia emanato
tempestivamente (riprovevole il ritardo di 41 mesi dell'atto
d'indirizzo dell'ultimo contratto, sottoscritto, a quadriennio
concluso, l'11 aprile 2006). mentre il sindacato più rappresentativo,
l'Anp, vorrebbe fossero estesi alla contrattazione integrativa gli
stessi tempi di quella nazionale.
Gli aumenti degli stipendi seguono l'accordo quadro del pubblico
impiego sottoscritto il 6 aprile scorso, ma si chiede l'impegno a
trovare risorse nuove e aggiuntive, anche per finanziare istituti
contrattuali come l'indennità di reggenza e l'allineamento,
concordemente richiesto da Cgil, Cisl e Anp, della retribuzione di
posizione e di risultato dei dirigenti scolastici con quella delle
altre figure dirigenziali pubbliche.
Tutte e tre le organizzazioni sindacali chiedono che l'assegno
riconosciuto ai presidi già incaricati non sia riassorbito dagli
aumenti dei successivi contratti e Anp si spinge a chiedere per i
dirigenti che non hanno svolto precedenti incarichi di presidenza il
riconoscimento dell'anzianità retributiva maturata nel ruolo docente
di provenienza. Il punto di maggior divergenza è la collocazione della
dirigenza scolastica: Cgil e Cisl la vorrebbero mantenere nel comparto
scuola, nei confronti del quale costituisce un'autonoma area di
contrattazione, Anp integrarla nelle altre aree dirigenziali,
stabilendo così il presupposto giuridico per la mobilità fra comparti
diversi della pubblica amministrazione. Intanto, proprio
sull'individuazione delle aree contrattuali dirigenziali è iniziata la
trattativa.