Test Universitari, fino a 30.000 euro per superarli.
dall'ANSA del 10/9/2007,
20:53
Atenei nella bufera. Si sta allargando il filone
delle inchieste per presunte irregolarità nelle prove di ammissione
alle facoltà a numero chiuso. Sono quattro finora le università
nell'occhio del ciclone (tutte per l'accesso a Medicina) ma non è
escluso che altre se ne aggiungano nelle prossime ore. Dopo il caso di
Catanzaro, dove la scorsa settimana è stata denunciata un'impropria
apertura dei plichi dei test per l'ammissione al corso di Medicina,
oggi ha avuto un' accelerazione l'indagine avviata un anno fa nelle
Università di Bari, Chieti e Ancona.
La Guardia di Finanza ha effettuato in questi atenei perquisizioni e
sequestri. Ma le verifiche nelle università sulla correttezza degli
esami di ammissione non finiscono qui.
Da Città del Capo, dove ha inaugurato un centro di ingegneria genetica
e biotecnologia, il ministro dell'Università e della Ricerca, Fabio
Mussi, fa sapere che in un altro ateneo potrebbero essersi verificati
illeciti. Non fa il nome dell'università; si limita a dire: "Ci
sarebbero buste aperte prima di un concorso in un'altra università, a
segnalare che qualcosa non andava è stato il rettore".
Il ministro cita però il caso dell' Università di Messina dove si
concentrerebbero i migliori risultati nei test per l'ammissione ai
corsi di medicina e, per Mussi, "quando ci sono delle anomalie
statistiche bisogna capire il perché".
Al rientro a Roma, il ministro, che attende una relazione dai suoi
collaboratori, prenderà le decisioni del caso. A Messina, intanto, la
Guardia di Finanza ha sequestrato la documentazione relativa ai test
svolti nel 2005 per l'ammissione alla facoltà di Medicina, che
accoglie ogni anno 200 matricole. Questa indagine è stata aperta dopo
la denuncia per irregolarità di un candidato escluso.
A Catanzaro, si sta indagando sull'ipotesi di sottrazione dei
documenti dai plichi, così da far conoscere a qualcuno, in anticipo,
le domande contenute nei test di ammissione. Nei prossimi giorni gli
investigatori potrebbero chiamare a deporre alcune persone informate
dei fatti. Secondo il rettore di Ancona, Marco Pacetti, le procedure
dei test sono blindate e la vicenda può essere spiegata come un caso
di millantato credito: "si sa che ci sono soggetti che aiutano gli
studenti nella preparazione e, in qualche caso, garantiscono
addirittura il risultato. Forse, qualcuno deluso dell'esito, si è
rivolto alle forze dell'ordine".
Mentre le inchieste giudiziarie seguono il loro corso - sette gli
indagati e una cinquantina gli studenti coinvolti nell' indagine della
Procura della repubblica di Bari - il mondo universitario e politico è
in fermento. C'é chi come Pietro Folena, presidente della Commissione
cultura della Camera, propone l' abolizione di questo tipo di esame:
"Gli scandali "siano l'occasione per abolire un sistema che non
funziona". Fra l'altro, per Folena, "i test di ingresso rappresentano
una limitazione del diritto allo studio che è un bene garantito
costituzionalmente".
Dello stesso avviso anche il deputato dell'Udeur Pasquale Giuditta che
ha presentato sulla questione un'interrogazione al ministro Mussi.
Secondo Azione Universitaria, il caso dei test "é l' esempio che tutto
il sistema accademico italiano è marcio e di pessima qualità.
L'accademia italiana è la negazione della meritocrazia e della
trasparenza". "Le prove si devono ripetere" sollecita Loredana De
Petris, senatrice dei Verdi, secondo la quale "quello che è avvenuto
quest'anno è la punta di un iceberg che nelle università italiane si
protrae da troppo tempo". Per l'Unione degli universitari, lo scandalo
dei test d'ingresso "testimonia come il sistema dei quiz per
selezionare l'ingresso all'Università sia fallimentare e vada
superato".
L'organizzazione studentesca ne è così convinta che sta organizzando
un ricorso collettivo per chiedere l'annullamento del test svoltosi lo
scorso 4 settembre. "Non è più possibile - avverte l'Udu - continuare
con questo assurdo meccanismo di sbarramento nei confronti di chi
vuole formarsi!". Intanto, si teme una valanga di ricorsi da parte di
quegli studenti che hanno svolto regolarmente i test in atenei non
coinvolti dallo scandalo e che ora potrebbero essere costretti a
ripeterli.