Berlinguer e l'Aggiustatore.

di Fabio Brotto, 11/9/2007.

 

Qualche giorno fa, nell'ambito del dibattito tra le varie componenti del nascente Partito Democratico, è saltato fuori un Appello per il sapere, firmato tra gli altri da Giuseppe Fioroni e Luigi Berlinguer, appello che si presenta come semplice elenco di luoghi comuni, banalità, falso buonismo e buoni propositi, cui nessuno che sia dotato di un grano di sale può minimamente credere. Si comincia maluccio, direi. Ma già quell'accoppiata tra Ministro ed ex Ministro della Pubblica Istruzione doveva far riflettere. Soprattutto coloro (e non sono pochi) che vedono Fioroni come portatore – come dire? – di tradizionale ragionevolezza. Dovrebbe ancor più far riflettere la breve ma molto illuminante intervista rilasciata da Berlinguer a Giulio Benedetti, e pubblicata sul Corriere della Sera del 6 settembre (vorrei chiamarlo di nuovo il Corriere dello Zar, come faceva un foglio di sinistra tanti, tanti anni fa). L'intera pagina 6 è significativa del clima attuale. Titolone: Sanzioni ai prof assenteisti e medie più dure. Titolo dell'intervista a Berlinguer: Berlinguer: La mia riforma ha resistito. Ora sono possibili le pagelle ai docenti. Non occorre essere degli esperti della comunicazione massmediatica o dei semiologi raffinati per comprendere il senso di una titolazione del genere. Il problema della scuola sono i professori.

L'intervista va letta attentamente, e pesata parola per parola.

Chiede dunque il giornalista. "Professore, il ministro Fioroni sta smontando la riforma Moratti. Ha l'impressione che sia stato svitato qualche pezzo della sua riforma?" Noi abbiamo sempre sostenuto che tra la Signora Brichetto alias Moratti e Luigi Berlinguer non vi fosse una sostanziale differenza, e che ciò che appariva in essi fortemente divergente fosse soltanto marginale: abbiamo anche chiamato le due riforme riforma B&B, a indicare che in fondo la visione della scuola era la stessa ( soprattutto nel modo di intendere la modernizzazione e il ruolo – miserevole – dei docenti). Ma il Ministro del Concorsaccio e della distruzione dell'esame di maturità risponde: "No. mi sento fortemente valorizzato [corsivo mio] dagli interventi di Fioroni. Sono prima di tutto per la scuola di qualità, solo che penso che deve essere equa e deve poter insegnare a tutti". Ovviamente, a questi Sinistri per decenni non è passato per la testa il sospetto che l'equità realizzata in quegli stessi decenni fosse essenzialmente una dequalificazione degli studi, che ha privato gli allievi poveri migliori della possibilità di affermazione sociale, e rafforzato l'egemonia delle classi ricche, che si possono permettere il master ad Harvard. Ma tranquilli, si stanno svegliando, come si vedrà fra breve.

 

La seconda risposta è divertente. Chiede Benedetti: "Sintassi, grammatica, ammissione all'esame di terza media, non è un ritorno al passato?" Si noti che in Italia un ritorno al passato è sempre cosa abominevole, a prescindere dalla questione se il passato sia migliore o peggiore del presente. Sempre avanti bisogna andare, il futuro è un sole abbagliante. Amena risposta di Berlinguer: "Fioroni non è un restauratore. È un aggiustatore che spinge in avanti". D'ora in poi per me Fioroni sarà l'Aggiustatore.

 

La risposta alla terza domanda sembrerebbe mostrare un Berlinguer che si rende conto dei disastri del passato. Ma qui si dimostra invece come per lui non vi sia un passato. Benedetti: "Pone l'accento sulla serietà, che talvolta assomiglia molto alla severità?" Risposta: "Mi riconosco al 100 per cento nell'idea che una scuola equa e per tutti se non è seria diventa ingiusta perché fornisce un esercizio educativo [corsivo mio, a indicare la mia ignoranza della pratica cui il sapiente ex Ministro allude] scadente mentre i benestanti trovano da soli la soluzione". Oh anima candida! O dolcezze perdute! O memorie/D'un amplesso che l'essere india!... Ma siamo al Ballo in maschera, vero? Solo che non mi è chiaro chi pensi di essere Berlinguer. O forse qui parla un altro, indossando una maschera che ne riproduce le fattezze... Perché Berlinguer ha collaborato non poco a creare una scuola che fornisce un esercizio educativo scadente. Ma il meglio sta per venire.

 

Quarta battuta. Berlinguer è un genio della sintesi. Benedetti: "Fioroni è riuscito a sistemare i prof fannulloni". Eh sì, altro che Tex Willer-Cofferati, che ha sistemato un po' di gentaglia, dalla qualifica bassa, senza laurea. Fioroni l'Aggiustatore è andato giù duro, li ha liquidati tutti. Essendo nel West, il Berlinguer-Lynch si limita a rispondere "Ben fatto". A proposito, fra poco si vedrà che "liquidare" è verbo che a Berlinguer, che da puer deve aver amato Stalin, piace molto.

 

Alla quinta battuta salta fuori la questione del merito, che va di moda. Benedetti: "Riuscirà anche a premiare il merito, tentativo che a lei, molti anni fa, costò caro?" Egli risponde: "Se cambiamo la didattica dobbiamo valutarne i risultati, è inevitabile. Così si noteranno meglio i fannulloni. Credo che ora la maggioranza dei docenti ci starà anche perché lavora seriamente". Una ossessione dei Sinistri alla Berlinguer (ce ne sono anche tra i docenti, eccome!) è cambiare la didattica. Credo che l'abbiano cambiata molte volte negli ultimi decenni. Insistono. Il cambiamento non è mai sufficiente. La scuola che cambia è cosa loro. Sono figli di Proteo, lettori accaniti delle Metamorfosi. Si noti l'insistenza berlingueriana sui fannulloni, e l'idea che ora la maggior parte dei professori ci starà anche perché lavora seriamente. Ci starà a far cosa? Una sorta di replica dell'idiozia del Concorsaccio? E questo significa che coloro che lo hanno respinto (come anch'io feci) non lavoravano seriamente? Infine il fannullone è termine rivelativo: il docente bravo è quello che fa, non quello che pensa e fa pensare. Qui c'è la cultura del fare, signori, quella del pensare è roba da reazionari. La gente non deve pensare troppo, ché fa male. E soprattutto non deve assumere un atteggiamento critico, come  quella massa di fannulloni che ha affossato il Concorsaccio.

 

Ed ora la parte più bella, in cui si vede cadere la maschera, e Berlinguer conferma il suo attaccamento all'anti-sapere, all'anti-cultura, che tutta la sua azione di Ministro aveva rivelato. Domanda: "A proposito di didattica, cosa cambierà?" Risposta: "Nelle indicazioni viene liquidata [corsivo mio] l'idea della didattica fondata sulla lezione tradizionale che parte dalle nozioni generali invece di partire dall'esperienza o dall'aspetto pratico che comprendono tutti. È l'inizio di una trasformazione profonda avviata nei paesi anglosassoni, nordici, ormai anche in Germania". Penso che ciò che Berlinguer e tutti i Novatori chiamano la lezione tradizionale sia semplicemente la lezione, quella che trasmette pensiero, e si fonda sul sapere del docente. Non insisto sull'idiozia sottesa all'"aspetto pratico che comprendono tutti". Qui sta propriamente il nucleo del berlinguer- pensiero (si fa per dire), che si caratterizza per un'antropologia, una psicologia e un'ermeneutica (per non parlare della pedagogia) di un livello che definire primitivo è offendere le popolazioni di cultura tradizionale.

 

Domanda: "Lei non presiedeva una commissione per le scienze e la musica?" Be', certo, le capacità dimostrate da Berlinguer in tutti i settori che hanno avuto la fortuna di godere dei frutti del suo attivismo non potevano non portargli qualche Presidenza. Egli, del resto ha da sempre una missione altissima, quella di combattere battaglie storiche e vincerle. Risposta: "Sì, la presiedo. E forse la novità di queste indicazioni è che abbiamo vinto una battaglia storica: la musica è per la prima volta materia scolastica [strano, io l'ho studiata alle medie, ricordo bene l'insegnante, la prof.ssa Rosati]. Naturalmente non si inizia col solfeggio. Perché prima si suona e poi si legge la musica, così vale per la scienza. Nelle indicazioni è detto a piene mani che la scienza è sperimentazione, oltre ad essere teoria". Chissà se l'ex Ministro ha mai letto Segmenti e Bastoncini di Lucio Russo. In ogni caso, Egli manifesta una coerenza che rasenta il sublime. Le sue convinzioni sono granitiche, inscalfibili. La teoria è per Lui abominevole, come tutto ciò che è puro pensiero: occorre che gli allievi facciano, facciano, ché un'ora di giardinaggio vale più di una lezione di grammatica.

 

Benedetti:"Nelle scuole i laboratori sono pochi"

Berlinguer: "I comitati per lo sviluppo della scienza e della musica che io presiedo hanno avuto in questi giorni grazie alla lungimiranza di Fioroni uno stanziamento di 17 milioni di euro più altri 30 nei vari capitoli per istituire una prima tranche di laboratori scientifici e musicali in ogni scuola". Qualche soldo, e todos caballeros. Ah! Forse è qui il motivo dei tagli al sostegno per i disabili, nonostante tutte le affermazioni della necessità di passare dall'integrazione all'inclusione dei diversamente abili (o genio italiota dell'etichetta verbale!). I soldi per la musica bisognava prenderli da qualche parte...

 

Il Partito Democratico inizia il suo cammino. Per quel che riguarda la scuola e la cultura, con persone affidabili come Berlinguer e l'Aggiustatore. Auguri sinceri.