Manifestazione nazionale a Roma per il mancato
rinnovo del contratto
e la mancanza di risorse aggiuntive per il rilancio di tutto il
comparto
Università, giornata di sciopero
la protesta di precari e ricercatori.
Mussi: "In Finanziaria
piccoli passi a favore di ricerca e università"
la Repubblica
del 29/10/2007
ROMA - Dopo i dipendenti
pubblici e la protesta in piazza della lavoratori della scuola,
sciopera oggi il comparto Ricerca e Università. Alla base della
protesta il mancato rinnovo del contratto per il biennio 2008-2009, la
mancanza di risorse aggiuntive per il rilancio di tutto il comparto.
Ma anche i rinnovi del 2006-2007 sono fermi al palo, così come gli
stipendi degli oltre 120.000 lavoratori del settore che chiede al
governo di stanziare i fondi necessari, e di farlo subito, nella
Finanziaria 2008.
Per questo, a Roma i sindacati confederali protestano sotto la sede
del ministero della Funzione pubblica. Davanti a palazzo Vidoni ci
sono rappresentanti del Cnr, dell'Infm, dell'università di Milano,
dell'Enea, dell'Istat, dell'Icram. E anche i precari della Croce
rossa, che chiedono di stabilizzare i loro duemila contratti a
termine. Davanti a Montecitorio, invece, per il rinnovo dei contratti
protestano i lavoratori di accademie e conservatori.
La giornata di protesta è stata voluta anche per risolvere il problema
del precariato, che ha cifre da capogiro in questi settori. I
lavoratori dell'università sono centomila: il 70 per cento di questi
ha contratti a termine. "Con punte del 100 per cento in alcuni
atenei", sottolinea Alberto Civica, segretario della Uil università.
Nella ricerca operano in 22mila: i precari sono oltre il 50%. "Ma in
enti come l'Isfol superano il 500%", aggiunge Civica. All'Icram
(l'ente che fa ricerca sul mare) ci sono 60 lavoratori di ruolo e 400
precari. "Quello di oggi - spiega Enrico Panini, segretario nazionale
della Flc Cgil - è uno sciopero per rivendicare il diritto al
contratto e chiedere di risolvere la piaga del precariato che
costringe i nostri giovani ad andare all'estero per non tornare mai
più".
Parlando della situazione della ricerca in Italia, il ministro
dell'Università Fabio Mussi ha parlato di piccoli passi in avanti
della Finanziaria 2008. "Ci sono più risorse per la ricerca e per i
giovani ricercatori. Forse sono insufficienti. Ma sono piccoli passi
che vanno nella direzione giusta" ha detto Mussi. "Un discorso analogo
- ha aggiunto il ministro - vale per l'università. Nel patto per
l'efficienza e la stabilità che, insieme al ministro per l'economia
Tommaso Padoa-Schioppa, abbiamo proposto alle università, c'è sia la
stabilizzazione del Fondo ordinario, sia la destinazione di una sua
parte non trascurabile (il 5 per cento, per un ammontare di 350
milioni di euro) agli atenei che avranno i bilanci a posto e
otterranno le migliori performance in ricerca e didattica. Anche in
questo caso la direzione è giusta".