Aule aperte a settembre, entrano a 5 anni
Londra, allarme a scuola Enrico Franceschini, la Repubblica del 26/10/2007
ENRICO FRANCESCHINI In pratica è la dimostrazione, teoricamente valida per qualunque paese, che in una medesima classe i bambini più grandicelli hanno considerevoli vantaggi: sono più maturi, si ambientano meglio e ricevono voti più alti. Tale vantaggio, oltretutto, non si esaurisce nei primi anni di elementari, ma viene mantenuto fino ai diciotto anni, sia pure con un distacco sempre minore, con conseguenze sulle scelte che i giovani fanno alla fine della scuola dell'obbligo. La ricerca afferma che gli scolari che sono più piccoli degli altri, quando cominciano una determinata classe, ottengono risultati peggiori nei compiti e negli esami, hanno più problemi a imparare a leggere e scrivere, rimangono «indietro» nei programmi rispetto ai compagni di classe più grandi. I dati, o meglio i voti, parlano chiaro. Per esempio, il 47 per cento dei bambini nati in agosto, a livello di terza elementare (8 anni d'età), ottengono «buoni voti», contro l'80 per cento dei compagni di classe che sono di qualche mese più grandi. A livello di quinta elementare (11 anni d'età), il 48 per cento dei nati in agosto ottengono buoni voti, contro il 64 per cento dei compagni che hanno qualche mese in più. E la differenza, pur assottigliandosi, resta evidente sino all'ultimo anno di scuole superiori (18 anni d'età), quando il 44 per cento dei nati in agosto ottengono buoni voti (identificati come «5 A», ossia il massimo dei voti, in cinque discipline principali), contro il 50 per cento dei loro compagni più grandi. Il vantaggio per gli scolari anagraficamente un po' più vecchi è più visibile fra le femmine che trai maschi, e finisce per costituire «un handicap» per entrambi i sessi quando viene il momento di decidere se proseguire gli studi.
«Il mese in cui si nasce
ha conseguenze significative su tutto il corso scolastico», dice al
Guardian Lorraine Deaden, uno degli autori della ricerca, «siamo
rimasti sorpresi nel constatare una netta differenza anche fra
studenti di diciotto anni. Spesso gli insegnanti e anche i genitori
non si rendono conto di quanto sia grande l'impatto che ha l'età sui
risultati scolastici». Il ministero dell'Istruzione promette di
tenerne conto. |