Scuola, più soldi alle scuole con bambini immigrati. «No alle classi separate». Ci. Gu. da il manifesto del 24/10/2007
L'obiettivo è aprire una «via italiana
all'intercultura». Il merito dell'iniziativa presentata ieri dal
ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni e dalla sottosegretaria
Letizia Torre sta proprio nel tentare di «fare sistema» intorno
all'ormai decennale questione della presenza dei bambini stranieri
nelle scuole italiane. Finora si è andati avanti un po' alla cieca,
contando sulla professionalità degli insegnanti e sul «buon cuore»
delle scuole. Ora il ministero - presentando anche un approfondimento
sui dati degli studenti con origine non italiana - punta su quattro
parole chiave e promette nuovi finanziamenti. «I primi due assi sono
universalismo e scuola comune», ha detto Fioroni, smentendo dunque una
recente mozione approvata in parlamento che faceva cenno alla
possibilità di prevedere classi differenziali per gli immigrati. «Il
nostro sistema riconosce il diritto all'istruzione di ogni bambino in
ogni luogo - ha detto il ministro - evitando la scorciatoia
dell'apprendimento separato». Gli altri due assi sono la fioroniana
«centralità della persona» e poi «l'intercultura». Ed è qui che si
preannunciano le azioni più importanti: da un lato un progetto per
l'insegnamento della lingua romena in tre regioni (Piemonte, Veneto,
Lazio) a carico del governo di Bucarest. Dall'altro, l'intenzione di
distaccare 700 docenti già formati per l'insegnamento dell'italiano
come lingua seconda con la promessa di stanziare 27 milioni di euro
all'uopo, probabilmente già in Finanziaria «altrimenti ce ne faremo
comunque carico», ha detto Fioroni. Per prevenire qualsiasi eventuale
polemica su quanto ci costano i figli degli immigrati, La Torre ha
ricordato che «ogni investimento su questi studenti è un investimento
sul sistema paese». I dati elaborati dal ministero, d'altronde,
dimostrano che la distribuzione di alunni con cittadinanza non
italiana non è uguale sul territorio italiano. Anzi: su 100 alunni non
italiani 90 frequentano le scuole del centro-nord e soltanto 10 quelle
del sud. Concentrazione che si registra anche sui singoli istituti: in
888 istituzioni scolastiche si supera il 20% delle presenze, mentre in
89 il 40%. La maggior parte di queste scuole si trova al nord. Il
ministero vuole provare a affrontare la questione mettendo in campo
anche i dirigenti scolastici: a Torino dal prossimo 22 novembre 200 ex
presidi di istituti con forte presenza di studenti immigrati è
chiamato a un corso di formazione che proseguirà a febbraio con altri
300 dirigenti.
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