Trecentomila in piazza in tutta Italia. Il governo: bocciatura per i bulli

 Esami di riparazione, no degli studenti.

La replica del ministro: "Saldare i debiti formativi è nel loro stesso e unico interesse"

Mario Reggio la Repubblica del 13/10/2007

 

ROMA - No agli "esami di riparazione", più soldi alla scuola pubblica, fondi per il diritto allo studio, cancellazione definitiva della riforma Moratti, ma anche stop al numero chiuso negli atenei. Ieri è stata una giornata di grande mobilitazione nelle scuole superiori e nelle università. Cortei, assemblee, sit-in in cento città italiane, organizzate dalle associazioni degli studenti, tutte di sinistra. Trecentomila in piazza in cento città. Ma il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del ministero dell'Interno ridimensiona le cifre: 50 mila manifestanti in 47 città. E mentre gli studenti scendevano in piazza il Consiglio dei ministri ha approvato, in prima lettura, la modifica dello Statuto dei diritti e doveri: in giro di vite che prevede la sospensione superiore a 15 giorni quando il "bullo" mette a rischio l'incolumità fisica di un compagno o di un docente. Nei casi più gravi la sanzione sarà l'esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione agli esami di maturità. Nel caso di danneggiamenti alle strutture scolastiche la famiglia sarà obbligata a contribuire al risarcimento del danno.

Il ministro Giuseppe Fioroni apre al confronto con gli studenti e mercoledì prossimo incontrerà i rappresentanti delle associazioni. Ma su un principio non transige: «A scuola si va per studiare e imparare, invece in questi 14 anni, con l'introduzione dei debiti formativi, 800 mila studenti ogni anno sono passati alla classe successiva senza recuperare il terreno perduto - afferma Fioroni - e a pagarne le drammatiche conseguenze sono i figli delle famiglie meno abbienti. È passato il principio che i "furbi" la fanno franca. Un principio che alla destra fa comodo, perché i figli dei ricchi alla fine un lavoro lo trovano. Noi vogliamo invertire questa tendenza, non sarà facile, ma abbiamo l'obbligo d'impegnarci a fondo. Non posso chiedere ai ragazzi di condividere tutto oggi, ma domando di darmi la disponibilità di ripensarci domani - conclude Fioroni - la finalità dell'obbligo di saldare i debiti formativi è nel loro stesso ed unico interesse». Una risposta che non è piaciuta alle associazioni degli studenti: «Insoddisfacente e superficiale» è stata la replica.

Il film della giornata parte da Milano dove era previsto soltanto un presidio sotto la sede dell'assessorato regionale all'istruzione, ma il passaparola ha dato il via a una vera e propria manifestazione a sostegno di «una scuola pubblica libera, laica, democratica e accessibile a tutti» e per chiedere «l'abrogazione della riforma Formigoni, ennesima minaccia alla scuola pubblica». Il lancio di uova sui muri di Palazzo Marino e il preannuncio di occupazioni e autogestioni ha concluso la vivace mattinata. A Torino un migliaio di studenti si sono radunati in piazza Arbarello per poi dirigersi a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell'ateneo torinese. A Roma in mezzo al corteo, 20 mila partecipanti secondo gli organizzatori, campeggiavano anche striscioni contro i test truccati all'università. E proprio alla Sapienza sono approdati gli studenti presidiando la sede del rettorato e occupando un'aula di Chimica.