Il diritto di non studiare. da Tuttoscuola, 15/10/2007
Come si riconosce l’autunno? ci chiedeva la maestra alla scuola elementare. Dalla caduta delle foglie, dai primi freddi, dalle caldarroste. Cambiano le stagioni e da diversi anni invece nuovi segni annunciano l’arrivo dell’autunno, come, ad esempio, il ritorno degli studenti in piazza alla ricerca di una ragione (non importa quale) per confermare il rito delle manifestazioni di protesta. Per trovare le ragioni per manifestare e disertare le lezioni gli studenti - alcuni di loro, ovviamente - non mancano di fantasia, mentre qualche politico opportunista non ha bisogno di molta fantasia per solidarizzare con loro. Quale è, questa volta, la nobile ragione per scendere nuovamente in piazza con rituali manifestazioni che si protrarranno fino a Natale, quando, cioè l’autunno finirà? Il diritto di non studiare o, meglio, il diritto del sei politico con cancellazione dei debiti scolastici, senza obbligo di accertamento del recupero dovuto. Che questo autunno degli studenti fosse all’insegna del diritto di non studiare lo si era già visto nei primi giorni di lezione in alcuni istituti dove gli studenti avevano protestato contro quei presidi che pretendevano la presenza puntuale in classe dei ragazzi o contro altri che avevano disposto fin dai primi giorni l’orario pieno di lezioni.
A quando la rivendicazione del diritto di
non frequentare le lezioni, rivendicando, comunque, il sei politico?
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