Una classe per i "somari".

Fa discutere l'iniziativa della preside dell'Istituto Gastaldi di Genova:
una classe composta esclusivamente da alunni ripetenti.

a cura di Giuliano Adaglio La Stampa del 31/10/2007

 

Lei, Elsa Cirlini, preside dell'Istituto Tecnico Gastaldi di Genova, assicura: «Quella classe non è un ghetto». Ma vallo a spiegare ai professori, che si troveranno a gestire un'aula composta da 20 alunni, tutti ripetenti.

L'iniziativa, unica nel suo genere in Italia, ha lasciato tutti a bocca aperta. A cominciare da studenti e genitori che - come biasimarli - si sono mostrati favorevoli alla decisione del dirigente scolastico. I ragazzi, infatti, seguiranno i normali programmi della prima ma, nel corso dell'anno, il consiglio di classe predisporrà lezioni differenziate in modo da trattare anche le materie della seconda. Al termine dell'anno scolastico, poi, coloro che saranno promossi potranno sostenere un esame d'idoneità e passare direttamente alla terza. Un' opportunità che ricorda da vicino quella offerta di norma dalle scuole private, che consentono ai propri alunni di effettuare due anni in uno.

Ma cosa ne pensa il Ministero di questa iniziativa, del tutto isolata e apparentemente in contrasto con la recente politica di "pugno duro" di Fioroni & co.? Nulla, per il momento. Il titolare del dicastero di viale Trastevere si è limitato a disporre, tramite il Direttore Scolastico Regionale Attilio Massara, un'ispezione dell'istituto. Uno degli aspetti da chiarire è se la decisione sia stata presa autonomamente dalla preside o se ad essa abbiano partecipato anche il consiglio d'istituto e il collegio docenti.

I professori dell'istituto, intanto, non nascondono le proprie perplessità: il timore dei docenti è che la classe si trasformi in un corso differenziale che, pur offrendo sostegno agli alunni, scateni nei ragazzi un sentimento di inferiorità. Un dubbio legittimo, tanto che la soluzione più probabile pare essere lo smantellamento della classe e la redistribuzione degli studenti nelle altre sezioni della scuola. Ma siamo sicuri che questa sia la soluzione migliore per loro?