AL CATERINA DA SIENA.
Adesso è vietato fischiare Fioroni.
Protesta studentesca, sospesi in 500.
Punizione record per tre giorni di sciopero
degli alunni. La preside Clara Magistrelli: "L'iniziativa non era
stata programmata da nessuna organizzazione studentesca". Ma intanto
un gruppo di docenti chiede spiegazioni sul provvedimento.
di Giorgio Guaiti,
Il Giorno
Milano del 9/11/2007
Milano, 9 novembre 2007 - E’ successo
all’istituto professionale "Caterina da Siena", dove la preside, Clara
Magistrelli, ha deciso di sospendere per un gorno (con obbligo di
frequenza) i ragazzi che hanno aderito a tre giorni di sciopero contro
il ministro Fioroni, ma che - rileva la dirigente - non erano stati
proclamati da alcuna organizzazione studentesca.
Un giorno di sospensione e blocco delle "uscite didattiche" (vale a
dire le gite) sino alla fine di dicembre.
L’iniziativa della preside ha però suscitato dubbi all’interno della
scuola: alcuni docenti (una quarantina) hanno indirizzato alla
responsabile dell’istituto una lettera nella quale chiedono
chiarimenti sulle modalità seguite per arrivare all’adozione del
provvedimento, «che - dicono - è stato deciso dalla preside senza
sentire i Consigli di classe».
TUTTO È COMINCIATO il 12 ottobre con la manifestazione indetta dai
Collettivi studenteschi contro la politica scolastica del ministro
Fioroni, e in particolare contro il ripristino degli esami a
settembre. A quel corteo hanno partecipato molti studenti del Caterina
da Siena «e io - sottolinea la preside - come sempre, non ho battuto
ciglio».
«Il problema - spiega la professoressa Magistrelli - si è presentato
nella settimana successiva, quando il 15, il 17 e il 19 gli studenti
del Caterina da Siena hanno dato vita a uno sciopero "autonomo", non
dichiarato da alcuna organizzazione studentesca».
«Il 15 - ricorda - ci saranno stati a scuola trenta studenti su oltre
800. L’indomani ho chiesto chiarimenti e i ragazzi mi hanno spiegato
che, al corteo del 12, era stata concordata una serie di agitazioni a
scacchiera, con scioperi distribuiti un giorno in una scuola un giorno
in un’altra».
«Il 17 - prosegue la preside - nuova giornata di sciopero, con
picchetto all’ingresso. E per la prima volta ricevo una telefonata
della Questura: mi comunicano di essere stati contattati da alcuni
genitori che protestavano perchè i loro figli non potevano entrare a
scuola e chiedono se devono intervenire. Rispondo che non serve. E in
effetti dopo pochi minuti le quattro ragazzine del "picchetto"
lasciano la postazione, ma ugualmente gli assenti nelle classi sono
moltissimi. E le assenze sono di nuovo molte due giorni dopo, il 19.
Così decido di chiedere informazioni al Provveditorato e gli uffici mi
confermano che la sola scuola in agitazione è la mia e che nel corso
della settimana non risultano essere stati attuati scioperi in altre
superiori milanesi».
«A questo punto - rileva la preside - la spiegazione data dai ragazzi,
su una presunta iniziativa organizzata "a scacchiera" dai Collettivi o
da altre organizzazioni studentesche non stava più in piedi».
DA QUI LA DECISIONE di adottare un provvedimento, «che - dice la
professoressa Magistrelli - andava preso con tempestività e per il
quale non era necessario sentire l’Organo di garanzia».
Decisione immediata, dunque. Tutte le famiglie dei ragazzi che hanno
aderito agli scioperi sono state avvertite con una lettera. «Di fatto
- spiega la preside - ho sospeso per un giorno con obbligo di
frequenza i ragazzi che non si sono presentati (salvo giustificazione
per motivi di salute) nelle classi che in quei tre giorni hanno
registrato oltre 10 assenti, visto che 8-9 assenze per classe in
questo periodo si possono considerare fisiologiche: in tutto quasi 500
ragazzi».
Nella lettera si dà anche comunicazione della sospensione delle
"uscite didattiche" e si ricorda che il giorno di sospensione con
obbligo di frequenza apre la strada a un possibile 7 o 8 in condotta.
«E’ vero - conferma la preside - ma va rilevato che non si tratta di
un automatismo, ma di una possibilità che può essere presa in
considerazione dal Consiglio di classe in sede di scrutinio». «Poi -
conclude la preside - ho passato una intera settimana a parlare con i
genitori. E, in genere, avute le spiegazioni sulla vicenda, hanno
accettato il provvedimento senza contestarlo».
Sospensione record, quindi, e sospensione per uno sciopero non indetto
dai Collettivi, che, invece, per questa mattina hanno in programma un
corteo a sostegno dello "sciopero sociale" indetto dai Cobas.