Esami di settembre no,
esami di settembre sì:
sfoglia la (ex) margherita. .

Vittorio Vandelli da DocentINclasse, 20/11/2007

 

Con questo articolo Vittorio Vandelli (che ringraziamo) inizia la collaborazione con docentinclasse.it. Potrete quindi seguire le nuove avventure e disavventure del prof. Bingo sul nostro sito.

“Non solo lei, caro professore, ha alterato in vari modi un atto ufficiale, ma si è rifiutato di intraprendere attività extra-didattiche che fanno parte integrante della sua funzione docente, si è rifiutato inoltre di far parte della Commissione Marketing-Pubblicitaria e non ha posto in atto gli IDEI, asse portante della nuova impostazione curriculare ...”

Correva l’anno 1998 quando il sottoscritto iniziava con queste parole il V capitolo del suo primo romanzo [IL PROFESSOR BINGO, Modena 2000]. Mi piacerebbe che aveste la pazienza di leggere il breve estratto tratto da quel capitolo posto alla fine di questo articolo. Riletto dieci anni dopo quel brano sugli IDEI suona profetico all’ orecchio dell’ autore, spero non solo perché ogni scarafone è bello a mamma sua. Esso spiega la deprimente filosofia che li ispirava e li spira: tre giorni fa l’ on. Bastico dichiarava a Repubblica a proposito dell’ordinanza in questione: "E' importante il fatto che le azioni di recupero costituiscono parte integrante del Pof , diventando il compito primario dell'azione educativa.” Mi si rizzano i capelli: il compito primario? La lezione normale, deduco allora, diventa così per il docente sempre più una attività secondaria, continuando lungo quel sentiero intrapreso ormai da troppo tempo che porta verso il precipizio. Poi il viceministro aggiunge: “Una delle differenze fondamentali con i vecchi esami di riparazione è che, in quel caso, il recupero restava a totale carico delle famiglie. Adesso i ragazzi recupereranno a scuola senza oneri per le famiglie". Qui andiamo un po’ meglio: il sottoscritto è sempre stato contrario all’abolizione degli esami di settembre e alla susseguente farsa del debito formativo; rigido come un soldatino sull’attenti mi metto allora una mano sul cuore e penso che sarebbe bello e giusto e democratico che la scuola pubblica, la scuola di tutti, la scuola delle pari opportunità, aiutasse gli alunni volonterosi in difficoltà ‘senza oneri’. Siamo però, mi sembra, nel campo della teoria giusta e della pratica sbagliata. Dall’ordinanza appena emessa dal ministro, nuova puntata del principale tormentone di quest’anno scolastico, si deduce che si fa di ogni erba - pardon - studente, un fascio (non fraintendetemi, per favore). Meritevoli (di solito pochi) e lavativi (molti) avranno entrambi diritto al corso di recupero ormai divenuto permanente, ripetizione della ripetizione della ripetizione, il quale verrà letto dalla maggioranza dei nostri clienti come sostitutivo dello studio, propedeutico a una promozione assicurata, idea inevitabile dopo dieci anni in cui si respira questo tipo di aria a pieni polmoni. Specularmente, la colpa dell’insuccesso sarà di nuovo nel comun sentire attribuita all’insegnante, con tanto di prevista espiazione sotto forma di lezioni estive e di marea di burocrazia organizzativa: programmazione, verifiche, resoconti, registrini e parafernalia varia, tutte attività (rigorosamente non retribuite) che daranno il colpo definitivo alla preparazione di lezioni. Un piccolo assaggio del tour de force che ci attende entro la fine dell’anno lo abbiamo già fatto con i corsi e le verifiche per i debiti delle classi terze. Nel mio registrino apposito, tanto per non far nascere fatue illusioni, campeggia in neretto in prima pagina la scritta: la preparazione e la correzione delle verifiche non verrà conteggiata per i compensi. Per fortuna, anche grazie alla filosofia professionale che ha sempre ispirato l’azione della Gilda, il nostro compenso per le lezioni di recupero sarà di 50 E. lordi: siamo onesti, è il prezzo di una lezione privata. E a parità di condizione io preferisco questa, pubblica. Personalmente credo inoltre che si dovrebbe invertire la logica del recupero: gli studenti ’debitori’ dovrebbero studiare e l’insegnante, in ore stabilite, essere a disposizione per chiarire i dubbi; nel nostro folle gergo si chiama ‘sportello’, l’unico al mondo che quando inserisci bancomat o carta di credito ti fa l’operazione gratuitamente, la quintessenza del no profit per il cliente. A proposito, cari colleghi, non facciamoci infinocchiare da presidi-manager stressati che tenteranno di raccontarci che è nostro obbligo tenere i corsi. In quel gazzabuglio di ordinanza, in cui non è facile districarsi specialmente per un letterato, si dice che si può ricorrere a ‘esterni’ no profit. No profit? C’è qualcuno che nel nuovo millennio globalizzato, corporatizzato, neo–liberista può indicarmi qualcosa o qualcuno, qualsiasi cosa, che non abbia un prezzo e un profitto? Un pensierino finale: c’è un messaggio suadente come le sirene e difficile da ignorare che emerge inequivoco dalle nebbie del decreto ministeriale: professori, promuovete tutti e, come d’incanto, il tormentone del recupero svanirà davanti ai vostri occhi come per magia.

Oggi però voglio essere anch’io ‘buonista’ e, in attesa di chiarimenti, applicare al gazzabugliato decreto in questione la ‘sospensione del giudizio’ che dovrò decretare per i miei studenti somari il prossimo giugno.

dal Cap V de IL PROFESSOR BINGO:

....
“E gli IDEI, caro professore?” il giudice era rientrato prontamente nel ruolo “ Interventi Didattici Educativi e Integrativi. Volgarmente chiamato recupero. Un pilastro del nuovo che avanza...”

Il professor Bingo pensò per un momento a Sette Pilastri di Saggezza e desiderò di essere libero, nel deserto, a combattere per una causa non sua, ma libero.

“Dopo l’abolizione degli esami di settembre e con quella riforma attesa da anni che è già stata progettata, gli IDEI rappresentano finalmente una svolta significativa nel rapporto discenti-docenti, dove lo strapotere del professore, datogli, giova ricordare, dallo On. Gentile durante il fascismo, viene convertito nel dovere di quest’ultimo di spostare il fuoco della didattica sugli studenti, di porre in atto strategie mirate e personalizzate....”

“Le ricordo, vostro onore, che non credo sia umanamente possibile personalizzare 120 percorsi didattici; tale infatti è il numero dei miei studenti.”

“La prego di non interrompermi, professore. Verrà tra poco il momento in cui potrà,anzi dovrà dar ragione del suo metodo... strategie mirate e personalizzate per il recupero degli alunni in difficoltà, non più in itinere semplicemente, ma con precise strategie paradidattiche, che prevedono non solo l’attivazione di corsi integrativi, di sportelli didattici e di tutoraggio costante, ma che comportano anche lezioni individualizzate da parte del docente da tenersi presso il domicilio dello studente, nei modi e nei tempi che il discente riterrà più consoni al suo percorso didattico di recupero personalizzato...”

“Niente più lo scandalo delle lezioni private, fonte di quasi tutta l’evasione fiscale nel nostro paese!”

“La prego, professore... Finalmente l’ istruzione sta per diventare veramente una realtà di massa, un diritto di cui tutti devono godere: non più un privilegio di una elité altolocata, una istituzione classista, ma un fiore all’occhiello della nostra democrazia. E sarà il docente preparato ad attuare il cambiamento, perchè gli scaldacattedre saranno individuati, stanati e deposti dal loro compito. E il docente preparato...”
“Il docente preparato a fare l’assistente sociale, il burocrate, a promuovere tutti, a dimenticare la propria disciplina... quello è il docente preparato che la CNDVI promuoverà a pieni voti e ...”
Lo sguardo del giudice fulminò il professor Bingo:
“... il docente preparato, multimediale e impegnato nell’espletamanto di una notevole varietà di compiti e di doveri, non più solo esperto nella sua disciplina, una specie di atleta polivalente, se mi permette la metafora, signor professore, dovrà documentare anche e soprattutto burocraticamente il funzionamento e la meraviglia della nuova realtà scolastica. Cosa mi dice a questo proposito, professore. Perchè non ha posto in divenire gli IDEI? Adesso può parlare liberamente. Ma non dica una parola contro il neo-nato ‘Comitato Nazional-Democratico di Valutazione degli Insegnanti’ perchè questa non è la sede adatta, se mai ve ne sarà alcuna. E prima di quanto immagini lo vedremo all’opera!”
La mente del professor Bingo era piena di risposte, ma improvvisamente esse si accavallarono nella sua mente e la lasciarono vuota. Fece un lungo respiro e cercòdi rilassarsi:
“Il lavoro scolastico è un lavoro di recupero costante” attaccò seccamente il professor Bingo “Questi ragazzi cominciano a studiare una lingua straniera alle elementari, poi ricominciano da capo alle medie, poi vengono ad una scuola di lingue e via di nuovo dall’inizio, con evidente demotivazione degli alunni normali. Non si può fare altrimenti: la metà di loro non ha mai fatto un percorso omogeneo, non sa nulla di quanto è certificato dovrebbe sapere, non possiede un minimo di basi, come si usa dire. Quando si è passato un ragionevole periodo di tempo cercando di far loro recuperare, se posso usare, impropriamente mi sembra, questo termine, bisogna essere onesti e comunicare loro e alle famiglie quelle difficoltà. Ora ci viene chiesto di fare il recupero del recupero del recupero di questi ragazzi perchè non si può dir loro la verità, non si può dir loro che non sono portati per quella disciplina o per lo studio più in generale: non c’e niente di male nell'avere altre abilità ed è molto più onesto da parte nostra mettere in chiaro la situazione invece di continuare ad illuderli. Ma questo non si può più fare perchè bisogna dimostrare che la scuola democratica e progressista funziona. Non importa se non funzione nella realtà, tutti gli addetti ai lavori e i politici lo sanno, ma bisogna far intendere che funziona, bisogna farlo intendere alla opinione pubblica, e bisogna farlo intendere attraverso la burocrazia, attraverso i verbali, attraverso i corsi di recupero, una goccia di acqua in un deserto infuocato, attraverso i corsi di recupero verbalizzati, documenti trasparenti a disposizione di tutti, in cui la popolazione potrà vedere e toccare con mano l’efficienza dell’Istituzione. Non importa se gli studenti escono ignoranti, abbassate tutti i criteri di valutazione e abbiate obiettivi minimi, non importa. Importa però far vedere che l’istituzione funziona, che sforna un gran numero di diplomati e laureati per la nostra società democratica. E se non li sforna la colpa è dell’allenatore: via lui e la squadra di colpo migliorerà e vincerà il campionato. E se invece non migliorerà terremo solo quegli insegnanti che promuovono tutti, non creano problemi e non fanno domande, sono perfetti nella compilazione dei documenti e accettano di far parte di ogni commissione e di svolgere qualsiasi compito senza essere retribuiti, compreso la pulizia dei bagni o le lezioni personalizzate a casa degli studenti. Quelli sono i salvatori della patria. Quelli non si verranno mai a trovare in questa situazione: dare la sufficienza comunque è garanzia di sicurezza personale e di encomiabile servizio verso l’Istituzione.”

“ Lei tenta di giustificarsi, professore, attaccando i passi innovativi e democratici dell’Istituzione. Così facendo, la avverto, aggrava solamente la sua situazione.”