Sarà più facile l'inserimento nel mondo del lavoro

Dottorato, riforma in vista.

RICERCA/ItaliaOggi anticipa i contenuti dello schema di decreto ministeriale

Benedetta P.Pacelli  da ItaliaOggi del 27/11/2007

 

Il dottorato di ricerca fa il grande salto nel mondo delle professioni e delle attività produttive. E il suo debutto è sancito chiaramente dallo schema di decreto «Criteri generali per la disciplina del dottorato». Perché, a leggere bene, uno degli ambiziosi obiettivi della riforma del dottorato di ricerca targata Fabio Mussi, sarà non solo quella di fornire alle università ricercatori molto qualificati, ma soprattutto dare alla pubblica amministrazione dirigenti di altissimo profilo capaci di rinnovare dall'interno la macchina statale e di sburocratizzare il sistema in un'ottica efficentista.

È scritto nero su bianco nella nota che accompagna il decreto ministeriale di riforma del dottorato di ricerca: l'obiettivo di sistema deve essere un numero adeguato di titoli di dottorato rilasciati ogni anno curando al massimo la qualità e «aprendo un vero reclutamento di dottori di ricerca nelle professioni più qualificate, con funzioni di ricerca o di competenza elevata collegata alla ricerca». E questo, stando al testo che il ministro ha consegnato al Consiglio universitario nazionale e alle associazioni di categoria per la raccolta dei pareri, può rappresentare il gradino iniziale da monitorare nei suoi sviluppi e nelle successive espansioni. Ecco perché, per assicurare tali standard di qualità, le università dovranno provvedere a istituire delle vere scuole di dottorato dalla qualità certificata che infatti non potranno aprire senza l'autorizzazione dell'Agenzia nazionale di valutazione che ne esaminerà i requisiti.

L'altra grande novità è che nell'ambito di tali scuole di dottorato potranno essere ammessi studenti lavoratori, compresi dipendenti pubblici, anche se in maniera inferiore rispetto agli altri soggetti. Per tali soggetti i regolamenti possono prevedere il prolungamento del periodo di partecipazione al corso fino a sei anni. Gli studenti lavoratori inseriti poi in attività di ricerca presso enti pubblici o privati e coloro che sono iscritti contemporaneamente a una scuola di specializzazione per l'abilitazione alle professioni possono richiedere di svolgere parte della propria attività di ricerca presso la sede di lavoro. Il tutto dovrà essere applicato dall'anno 2010/2011, anno a partire dal quale il ministero ripartirà il finanziamento tra gli atenei per le scuole di dottorato. Saranno creati poi corsi in ambiti disciplinari particolari mirati a creare figure specifiche in stretto collegamento con il mondo della produzione che dovrà in questi casi contribuire finanziariamente. Ogni possibile incentivo verrà utilizzato per favorire l'inserimento nell'impresa privata, anche attraverso le norme per l'accesso ai fondi First e Industria 2015 e agli sgravi fiscali per le imprese. Inoltre dal ministero ipotizzano la possibilità di incentivare l'inserimento di dottori di ricerca nella piccola e media impresa. La stessa logica di incentivazione verrà utilizzata in relazione alla legge di riforma degli ordini e delle associazioni professionali. Infine, si spingerà anche per formule di apprendistato o di stage durante il periodo del corso.