Nelle regioni del Nord ci sono più
cattedre che docenti in graduatoria
E al Nord i docenti sono esauriti.
Carlo Forte da ItaliaOggi
del 20/11/2007
Nelle regioni del Nord ci sono più cattedre che
docenti in graduatoria. E dunque talvolta i dirigenti scolastici per
coprire i posti sono costretti ad assumere i neolaureati che si
offrono di lavorare in caso di disponibilità di posti. Si tratta delle
cosiddette messe a disposizione: manifestazioni unilaterali di
disponibilità ad accettare offerte di lavoro dopo l'esaurimento delle
graduatorie.
Insomma, mentre al Sud le graduatorie dei
precari sono stracolme di aspiranti ultratitolati, che restano senza
lavoro o devono accontentarsi di supplenze occasionali per brevi
periodi, al Nord i dirigenti scolastici faticano a trovare supplenti
disposti ad accettare incarichi di supplenza.
E' il caso delle province di Treviso e Novara dove le nuove
graduatorie d'istituto non sono ancora state pubblicate. E nel
frattempo si sono esaurite quelle dell'anno scorso. In particolare a
Treviso, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sarebbero almeno 50 i
neolaureati titolari di incarichi di supplenza che lavorano grazie
alle messe a disposizione. «Siamo tornati agli anni /0, è
paradossale», è il commento di Massimo Di Menna, segretario della Uil
scuola. Per arrivare all'esaurimento delle graduatorie d'istituto
bisogna che prima si esauriscano le graduatorie provinciali degli
abilitati, poi devono esaurirsi le graduatorie della scuola. E dopo
l'esaurimento di questi elenchi, devono esaurirsi anche quelli delle
scuole vicine. Solo dopo queste operazioni il dirigente scolastico
interessato può assumere in base alla sola disponibilità. Si tratta di
una situazione strutturale, determinata dall'incremento del numero
degli alunni nelle regioni settentrionali, dovuto essenzialmente ai
forti processi immigratori in corso, che hanno visto crescere il
numero degli alunni extracomunitari dai 50 mila di dieci anni fa ai
500 mila di oggi. Una situazione alla quale fa da contraltare il
progressivo decremento del numero degli alunni nella aree più povere
del paese. Per esempio, in Basilicata che, con circa 600 mila
abitanti, vede diminuire la propria popolazione scolastica nell'ordine
di 1.500 alunni all'anno.