"In questo fenomeno vedo soprattutto "L'aggressività? Nasce dalla noia". Parla la psicologa Anna Oliviero Ferraris autrice del saggio "Piccoli bulli crescono" Rory Cappelli, la Repubblica dell'1/11/2007
Dati preoccupanti quelli pubblicati dalla regione Lazio. Secondo un'indagine del 2006 tra gli alunni di 40 scuole elementari e medie, il 29 per cento dei ragazzi ha subito furti, il 47 per cento viene deriso tutti i giorni, il 34 per cento è stato minacciato o picchiato a scuola. La psicologa dell'età evolutiva Anna Oliviero Ferraris - che ha scritto Piccoli bulli crescono e che ha appena partecipato al seminario di studio sul bullismo che si è tenuto nella scuola Alfieri-Lante della Rovere il 25 ottobre, organizzato da Pier Giorgio Busato e moderato da Carla Alfano - non ha dubbi: «Cosa vedo in questo fenomeno? Soprattutto una mancanza di alternative. I ragazzi sono abbandonati a loro stessi sia sul piano emotivo che su quello culturale. Tutti gli studi sul livello culturale dei ragazzi in Europa ci vedono sempre agli ultimi».
«Per esempio da una sorta di effetto accumulo. Fin dall'infanzia i ragazzi assistono a un numero incredibile di scene di violenza, con la televisione, i videogiochi, internet, a volte nella famiglia stessa: e inconsciamente si creano la convinzione che l'uso della violenza sia legittimo. Che la violenza possa - anzi debba - essere usata per risolvere i conflitti. E poi nasce dalla noia. I ragazzi che si annoiano possono cercare l'emozione dell'aggressività che è eccitante, che mette in circolo l'adrenalina».
Fondamentale. Perché
inizia presto. È il ponte che unisce la famiglia alla società, che
dovrebbe insegnare a vivere con i diversi da te. Soprattutto oggi, con
le grandi differenze di cultura, religione, etnie, classi sociali». |