Dopo le numerose proteste dei giorni scorsi il
ministro ha rivisto le date
L'esame di abilitazione è stato fissato a febbraio, mentre le scuole
inizieranno a marzo
Mussi ritarda i corsi di specializzazione
i neomedici non perderanno più un anno.
Quasi seimila laureati tra luglio e ottobre 2007
rischiavano di dover aspettare il 2009
la Repubblica
del 22/11/2007
La manifestazione dei
giorni scorsi Milano
ROMA - Il ministro dell'Università e ricerca Fabio Mussi è intervenuto
oggi con tre provvedimenti per risolvere la questione dei neolaureati
in medicina non ancora abilitati che chiedevano uno slittamento
dell'esame di ammissione alle scuole di specializzazione. Il
precedente calendario avrebbe infatti costretto quasi seimila
diplomati tra luglio e ottobre 2007 a perdere l'anno e l'accesso alle
stesse scuole.
Con un decreto, Mussi ha stabilito che l'esame di abilitazione alla
professione medica sarà anticipato al 6 febbraio e con un secondo
decreto ha fissato per il 10 marzo l'avvio dei corsi delle scuole di
specializzazione per il prossimo anno. Il ministro ha anche firmato i
bandi per l'esame di accesso alle stesse scuole di specializzazione,
che si terranno a cavallo di queste due scadenze. Pertanto, ha
sottolineato Mussi nel corso di una conferenza stampa, ci saranno i
tempi tecnici perché i neolaureati non ancora abilitati possano
accedere alle scuole di specializzazione senza perdere un anno.
Contro il provvedimento adottato oggi dal ministro si erano espressi
nei giorni scorsi i rappresentanti di un altro gruppo di medici,
laureati nel dicembre 2006, che l'abilitazione l'hanno ottenuta a
luglio 2007. Il loro timore era quello di dover aspettare ancora dopo
aver già perduto un anno. In tutto si tratta di circa altri duemila
laureati che, per un simile gioco di date, sono rimasti fuori dai
concorsi di luglio.
A chiedere al ministro un ripensamento era stata nei giorni scorsi
anche La Fpc-Cgil Medici, che aveva definito "intempestiva l'uscita
del nuovo bando per l'ammissione alle scuole di specializzazione, che
taglierebbe fuori migliaia di medici, impossibilitati a sostenere in
tempo l'indispensabile esame di abilitazione". Massimo Cozza,
segretario nazionale della Cgil Medici, aveva definito la situazione
in cui ci era trovati "grottesca", auspicando una soluzione "usando
oggi il buon senso e domani una programmazione razionale e condivisa.
Non è accettabile parcheggiare per circa un anno migliaia di medici".