Pubblicato il rapporto sugli obiettivi per
Nazione che la UE si è prefissata
di raggiungere entro il 2010. Stiamo accelerando ma il ritardo è
grande
Poca lingua straniera, troppi abbandoni
la scuola italiana resta lontana dall'Europa.
Salvo Intravaia, la Repubblica
del 28/11/2007
Scuola italiana ancora
lontana dagli obiettivi UE. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto
sullo stato d'avanzamento della cosiddetta strategia di Lisbona,
appena pubblicato. Pur segnando alcuni passi avanti rispetto al 2000,
nei 5 benchmark (livelli di riferimento) l'Italia continua ad essere
lontanissima dagli standard fissati dal Consiglio Europeo nella
capitale portoghese per il 2010.
Troppi ancora i giovani che lasciano gli studi a metà senza un diploma
e i quindicenni che mostrano scarse competenze linguistiche.
Pochissimi gli adulti che curano la loro preparazione anche dopo avere
completato gli studi e ancora troppo pochi coloro che sono in possesso
di un diploma di scuola superiore. L'unica nota positiva arriva dai
laureati nei settori scientifici e tecnologici. E il 2010 è ormai alle
porte.
Per contrastare lo strapotere economico dei paesi asiatici e americani
nel marzo del 2000 il Consiglio Europeo stabilì che "entro il 2010
l'Europa deve diventare l'economia basata sulla conoscenza più
competitiva e dinamica del mondo". Per centrare l'obiettivo tutti i
paesi europei avrebbero dovuto mettere in campo strategie e riforme
dei sistemi di istruzione e formazione che contribuissero ad elevare
il livello di competenze dei cittadini europei.
A fronte di un tetto del 10 per cento (l'obiettivo per il 2010), in
Italia i giovani di età compresa fra i 18 e i 24 anni che hanno
abbandonato gli studi precocemente sfiorano il 21 per cento, contro
una media Ue del 15 per cento e Germania e Francia attorno al 13 per
cento.
E ancora. Per raggiungere l'85 per cento di ragazzi di età compresa
fra i 20 e i 24 anni in possesso di un titolo di scuola secondaria
superiore il Bel Paese deve colmare quasi dieci lunghezze (75,5 per
cento). La Francia è prossima all'obiettivo (82 per cento) e l'Irlanda
lo ha già raggiunto e superato.
Uno degli indicatori più preoccupanti è quello sulle competenze
linguistiche. Quasi un quindicenne italiano su quattro (il 23,9 per
cento) nei test Ocse-Pisa ha mostrato bassi livelli di comprensione
nella semplice Lettura. Per il 2010 il Consiglio Europeo si è
prefissato di abbassare questo tipo di analfabetismo (funzionale) al
15,5 per cento. In Finlandia giovanissimi che stentano a comprendere
quello che leggono se ne contano meno di 6 su 100.
Ma non solo. In Italia gli adulti (25/64 anni) che continuano a
studiare e ad imparare sono pochissimi: 6 su 100. L'Europa ritiene che
per sostenere la concorrenza in campo economico e nel settore
lavorativo ne servono almeno il doppio: il 12,5 per cento. Alcuni
paesi, come Inghilterra e Svezia sono abbondantemente al di sopra del
limite europeo, 27 e 32 per cento rispettivamente. Ma anche la Spagna
si sta avvicinando all'obiettivo: 10,4 per cento.
Solo per numero di laureati in Matematica, Scienze e facoltà
tecnologiche il nostro paese ha già centrato i livelli Ue.
L'incremento auspicato del 15 per cento, in Italia, è stato
abbondantemente superato.