GIOVANI Il racconto dei bambini a casa I
genitori li hanno tenuti lontani dalle aule
La denuncia di un´associazione veneta. "Aggrediti dai compagni"
"I nostri bimbi romeni insultati a scuola".
Gli episodi in alcune
scuole delle province di Treviso e Vicenza
Roberto Bianchin, la Repubblica
del 12/11/2007
TREVISO - Bambini
italiani contro bambini romeni. Finisce per avvelenare anche i
rapporti tra i più piccoli il caso di Giovanna Reggiani, la donna
massacrata a Roma dal rumeno Nicolae Mailat. L'associazione degli
immigrati romeni che vivono nel Veneto ha denunciato che in alcune
scuole delle province di Treviso e di Vicenza, dei bambini romeni
sarebbero stati aggrediti e molestati da alcuni loro compagni di
classe italiani. Vi sarebbero state spinte, minacce e insulti nei
confronti dei bambini romeni, accusati dai loro coetanei di
appartenere a un "popolo di assassini".
A raccontare il fatto è Ileana Fofuca, presidentessa dell'associazione
culturale "Tera Nova" che riunisce i romeni della provincia di
Treviso. Secondo la donna, che è rumena, sposata con un italiano, ha
due figli e vive ad Asolo, nel Trevigiano, sarebbero stati gli stessi
ragazzini romeni a raccontare ai loro genitori che all'indomani del
terribile delitto di Roma sarebbero stati malmenati e insultati da
alcuni loro compagni di classe. Per questo alcune madri romene
avrebbero tenuto a casa da scuola i loro figli per paura di
ritorsioni, dopo che i piccoli avevano riferito di avere subìto
maltrattamenti e offese. "Sono preoccupata - dice la donna - per il
clima di tensione, di incertezza e di diffidenza in cui stiamo vivendo
in questo periodo". L'associazione romena ha invitato tutti gli
insegnanti delle scuole venete a vigilare per prevenire atti di
intolleranza, e a diffondere messaggi di amicizia tra i due popoli.
Della questione verrà interessato anche il Provveditorato agli studi.
Ma le preoccupazioni sono più ampie. C'è infatti il timore che si
instauri e si diffonda un clima di odio fra italiani e romeni, e che
questo possa anche portare a delle conseguenze negative per i 3.500
imprenditori del Nord Est che lavorano, senza aver incontrato fino a
questo momento grossi problemi, in Romania. La presidentessa
dell'associazione "Tera Nova" ha perciò rivolto un invito anche ai
suoi connazionali, nel nome della "antica amicizia" tra Italia e
Romania, affinché "non dimentichino il tradizionale spirito di
ospitalità e di accoglienza che è tipico del nostro popolo".
E' amareggiata, Ileana Fofuca, per questi che giudica "dei segnali di
intolleranza molto preoccupanti", ma è anche critica, pur manifestando
"piena solidarietà a chi ha vissuto tragedie inimmaginabili", verso le
autorità italiane "che danno l'impressione di non saper affrontare una
situazione che rischia di degenerare". La portavoce della comunità
romena, che fa parte del coordinamento dei migranti "Cittadinanza
Attiva", racconta che la maggioranza degli oltre 8mila romeni che
vivono in provincia di Treviso, "si è integrata bene, studia, lavora e
si comporta onestamente". Ma ora, spiega, "sta iniziando a pagare
duramente le conseguenze per gli atti folli di qualche singolo
delinquente".
Secondo l'associazione infatti, "non si può fare di tutta l'erba un
fascio, cadendo vittime di pregiudizi. Perché il clima che ormai
serpeggia tra gli adulti si sta cominciando ad insinuare anche nei più
piccoli, come dimostrano gli episodi di intolleranza avvenuti in
alcune scuole. E questo è molto grave". Fino a ieri i lavoratori
romeni non avevano creato particolari problemi nella regione. I primi
attriti con le popolazioni locali sono sorti da quando alcune bande di
romeni hanno preso il controllo del mercato della prostituzione,
dell'accattonaggio e della droga.