L'attualità di Goethe.
Pasquale Almirante da
DocentINclasse, 18/11/2007
Nel 1774 viene stampato in Germania un libricino
dal forte titolo: I dolori del giovane Werter. Autore è J. Wolfgang
von Goethe, un giovanissimo scrittore appena ventiquattrenne di
Francoforte sul Meno che lo scrive in pochissimi mesi e che
rappresenterà da lì a poco l’intelligenza più poetica e colta della
Germania. E’ un nuovissimo genere letterario: il romanzo epistolare e
tratta dello sfortunato amore di un giovane, Werther, per una ragazza
belloccia e un po’ sovra pensiero, Lotte. Non potendo però coronare
questo amore incondizionato e totalizzante, perché la ragazza si sposa
nonostante lui l’avesse solo baciata in un momento di stravolgimento,
alla fine si spara un colpo alla tempia con la pistola del marito di
Lotte. “Dal sangue sullo schienale della seggiola si poteva dedurre
che aveva compiuto il gesto stando seduto davanti alla scrivania, per
cadere poi a terra e prendere a rotolare convulsamente attorno alla
seggiola. Giaceva supino contro la finestra, era vestito di tutto
punto, con gli stivali, la marsina azzurra e il panciotto giallo.
Dalla bottiglia mancava solo un bicchiere di vino. Sul leggio stava
aperto Emilia Galotti.”
In pieno fervore neoclassico e preromantico l’opera del fortunato
autore in pochissimo tempo diventa un best seller e non c’è giovane
che non lo abbia letto e che non lo tenga sul comodino a ripassarselo
e a sospirare i sospiri dolorosi di Werther. Napoleone Bonaparte lo
lesse ben sette volte e lo portava sempre con sé anche nelle campagne
militari e addirittura ne scrisse una edizione critica. Svariati altri
scrittori si ispireranno a questo romanzo, come Foscolo, Chateaubriand,
Senancour, Beniamin Constant, mentre addirittura viene lanciato un
profumo che si chiama nientemeno che Eau de Werter. Successo
planetario si direbbe oggi che lo fece tradurre in tutte le lingue,
mentre scattarono anche le edizioni abusive. “Ma”, scrive il compianto
Italo Alighiero Chiusano, uno dei maggiori germanisti italiani, “negli
isterismi di moda si oltrepassa ogni limite del grottesco.
L’abbigliamento di Werther (marsina azzurra, panciotto giallo, calzoni
bianchi, stivali con risvolto) viene adottato da moltissimi giovani
che ne plagiano anche gli empiti sospirosi, le lettere confessione.”
E fin qui potrebbe bastare per segnalare che la forza delle imitazioni
della moda travalicano i tempi anche se nel romanzo di Goethe il
modello imitato è esclusivamente letterario, e non già quindi
televisivo e di massa come ai giorni nostri. Potrebbe bastare per dire
che di nuovo non c’è nulla se, dopo la diffusione del romanzo, un bel
po’ di giovani non incominciassero a imitare il loro eroe anche su
altre caratteristiche e persino su quella del suicidio, “come la
signorina von Lessberg sul cui cadavere verrà trovato il fatale
libriccino o come un esaltato che, messo bene in mostra il romanzo, si
spara con la porta aperta per dare spettacolo di sé fino in fondo”.
Ed è tanto il fervore che il libro di Goethe infiamma che oltre ai
suicidi c’è pure una escalation preoccupante di adulteri cosicché le
autorità civili e religiose tedesche decidono di intervenire,
proibendone la vendita mentre a Milano, con più diplomazia,
l’arcivescovo fa comprare tutte le copie per impedirne la lettura.
Tredici anni dopo Goethe sarà costretto a rivedere alcuni passi del
suo libro.
Se alla fine del settecento tanto avveniva per un romanzo, di cui
potevano fruire fra l’altro solo le classi agiate, perché in grado non
solo di comprare i libri ma anche di leggerli in un epoca di grande
analfabetismo, oggi che la televisione è nella case di tutti perché
altrettanto non può succedere a conclusione dell’isola dei famosi o
del grande fratello o perfino sull’onda emotiva dell’omicidio di
Perugia? I modelli proposti sono per lo più quelli televisivi e fra
essi spiccano la rissa, le parolacce, la volgarità più volgare e pure
la spocchia e il disprezzo delle regole.
Il superuomo di massa è elemento e oggetto di imitazione e se Werther
potrebbe sembrare l’antieroe, in effetti nella morte riscatta il suo
fallimento amoroso e diventa Titano e campione da imitare come chi
scaglia basole contro la polizia o come chi sfida ogni giorno
l’insegnante che in quanto autorità deve essere prevaricato e se
possibile colpito nella sua rispettabilità più intima.