Il ministro Fioroni presenta i dati legati al
numero verde e al sito
a disposizione di studenti, insegnanti e genitori: 120 chiamate al
giorno
e 1100 contatti sul web ". Poi l'attacco alla "tv cattiva maestra"
Violenza, la scuola è in linea
una telefonata "smontailbullo".
Daniele Semeraro la Repubblica,
29/3/2007
ROMA - "Basta parlare
della scuola solo in senso negativo e quando accadono episodi
spiacevoli". È l'appello lanciato dal ministro della Pubblica
Istruzione, Giuseppe Fioroni, durante la presentazione del primo
bilancio dell'attività del numero verde per l'ascolto, la consulenza e
la prevenzione del bullismo. Dati confortanti, che dimostrano una
grande attenzione non solo da parte dei genitori, ma anche da parte di
presidi e docenti, tutti in prima linea nel combattere un fenomeno che
negli ultimi mesi si era fatto sempre più allarmante.
"Durante queste settimane ho ricevuto numerose richieste - spiega il
ministro - di persone che volevano sapere come stesse andando il
numero verde. Per i primi due mesi di vita possiamo dire che, con
circa 120 chiamate al giorno, ci troviamo di fronte a un successo".
Poi accusa: "Il bullismo è un fenomeno rilevante, non si può far finta
di nulla e va affrontato a tutti i livelli. Però davanti a otto
milioni di studenti e un milione di docenti che ogni giorno
frequentano le lezioni con successo, gli episodi di violenza e
intolleranza risultano irrilevanti. Ecco perché vogliamo dire basta
alla gogna mediatica alla quale ogni giorno è soggetta la scuola: non
lo meritiamo. Non vogliamo nascondere i problemi - aggiunge - ma oggi
possiamo dire di non avere più paura, di avere assunto una nuova
consapevolezza. La cosa importante è che ci sia un sempre più stretto
rapporto tra scuola e famiglia, in modo da affrontare insieme i
problemi".
Fioroni affronta poi il tema del cattivo esempio che viene dalla
televisione: "I ragazzi restano a scuola per cinque ore, durante le
quali ricevono buoni esempi. Poi, però, per il resto della giornata la
trascorrono a casa, davanti ai videogiochi o alla televisione. E se lì
viene a mancare la presenza di un genitore, ecco che vengono attirati
dalla violenza o da programmi pieni di esempi negativi. Ecco perché -
aggiunge - ho apprezzato le dichiarazioni di Petruccioli, il
presidente della Rai che a partire dal prossimo anno vorrebbe
eliminare i reality show dai palinsesti".
I dati forniti dal ministero fanno trapelare un interesse sempre
maggiore nei confronti di un fenomeno preoccupante: "4.437 telefonate
dal 5 febbraio al 27 marzo (circa 120 al giorno) al numero verde per
la prevenzione e la lotta al bullismo 800.66.96.96 e 1100 contatti al
giorno al sito internet www. smontailbullo.it sono sicuramente un
ottimo risultato dell'attività svolta fino ad ora", sottolinea Laura
Volpini, docente dell'università "La Sapienza" di Roma e responsabile
scientifico del progetto. Per quanto riguarda le chiamate, il 37,5 per
cento arriva dai genitori, il 31,4 per cento dagli insegnanti (segno
che la scuola ha preso coscienza della gravità del fenomeno), il 23,2
dagli studenti (si tratta soprattutto di vittime che per la prima
volta confessano i propri problemi) e il 7,9 da altro personale
scolastico.
Il dato più allarmante, e sicuramente nuovo, è che la maggior parte
degli episodi di bullismo avvengono nella scuola secondaria di primo
grado o, addirittura, nella scuola primaria, con un importante
decremento man mano che cresce l'età e che si passa a un grado
superiore d'istruzione.
Le vittime di solito sono ragazzi o ragazze che vengono percepiti come
vulnerabili per caratteristiche di tipo psicologico (timidi, pochi
amici), psicofisico e psicopatologico (handicap), etnico e sociale
(non vestono abiti firmati). I maschi sono coloro che vengono
maggiormente presi di mira, così come maschi sono i cosiddetti
"bulli". Tra le conseguenze (ma anche tra i sintomi forti di disagio)
ansia, insicurezza, crisi di pianto, tic nervosi, mal di pancia,
isolamento, calo del rendimento scolastico, paura di parlare con i
compagni, rinuncia alle attività extra-scolastiche.
Il call center è costituito da 10 postazioni d'ascolto seguite da
esperti in psicologia giuridica e della devianza giovanile che
lavorano in collaborazione con il personale del ministero della
Pubblica Istruzione, con le associazioni di genitori, di insegnanti e
di studenti ed è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 14
alle 19. Tra i testimonial della giornata, oltre a Giuseppe Rosario
Esposito, il ragazzo dell'Istituto tecnico industriale "Gadda" di
Napoli che il mese scorso scrisse una lettera aperta contro il
bullismo a Repubblica.it, anche una delegazione della scuola "Spedalieri"
di Catania: "La scuola ha tante responsabilità, è vero - ha spiegato
una studentessa - ma possiamo dire a gran voce che la maggior parte
dei professori è in grado di trasmettere i giusti valori. Basta
studiare in maniera più umana: la letteratura e la filosofia hanno in
sé i valori di cui la nostra società ha bisogno".
Tra le novità per combattere il bullismo anche la firma di una
dichiarazione d'intenti con l'Aesvi, (Associazione degli editori di
software videoludico), "con l'obiettivo di collaborare a una più
diffusa conoscenza del codice Pegi che prevede una serie di icone
informative sul contenuto dei videogiochi e sull'età sconsigliata" e
la crescente collaborazione con la Polizia postale per un costante
monitoraggio della rete internet e nella prevenzione e repressioni dei
reati.