Si chiude il caso del tredicenne di Ragusa
che aveva scatenato la protesta dei genitori perché malmenava i compagni.
Per lui è pronto un altro istituto e un professore di sostegno

Il tribunale reintegra il disabile
"Resterà in una scuola pubblica".

Chiara Ciranda, la Repubblica, 1/3/2/2007

 

Potrà continuare a frequentare la scuola pubblica il ragazzo siciliano con "disabilità mentale" nei cui confronti il Tribunale per i minorenni di Catania aveva disposto il trasferimento in istituto perché - avevano protestato i genitori dei compagni di classe - "picchia e disturba il regolare svolgimento delle lezioni".

Con un provvedimento a sorpresa, infatti, il giudice ha disposto la revoca dell'atto emanato lo scorso 31 gennaio, che disponeva "il collocamento del ragazzo" - affetto da sintomi da epilessia a causa di un tumore al cervello - "in un istituto di tipo psicopedagogico ove riceva protezione per sé e cure farmacologiche e psicologiche". Ma non sarà la scuola che aveva sollevato il caso, la Vann'Antò di Ragusa, ad accoglierlo nuovamente: il tredicenne proseguirà gli studi all'istituto comprensivo 'G. Pascoli', nella stessa città.

"Il trasferimento da una scuola all'altra - ha spiegato il dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale, Cataldo Dinolfo - si è reso necessario. D'altronde il rapporto del ragazzo e della famiglia con la Vann'Antò si era ormai deteriorato. Ma è una storia finita. Quello che conta - aggiunge Dinolfo - è imboccare una strada alternativa così come abbiamo fatto dopo aver interpellato i genitori e dirigenti scolastici della città. Adesso dobbiamo lavorare per garantire al ragazzo il diritto all'integrazione. Il diritto a una classe, a un percorso educativo, a una comunità scolastica che possa seguirlo".

Presto sarà nominato un insegnante di sostegno. "Ma non sarà lasciato solo", assicura il dirigente della nuova scuola, Rosario Pitrolo. "Tutto l'istituto sarà coinvolto nel percorso di integrazione del ragazzo: il corpo docenti, l'unità multidisciplinare, i collaboratori scolastici. Ciò che occorre in questa fase è programmare, e programmare bene anche con la collaborazione del Servizio sociale del Comune, del neuropsichiatra che lo ha seguito negli ultimi anni, dei genitori e di tutte le parti coinvolte".

Alla Pascoli c'è aria di attesa. "Se abbiamo dato la nostra disponibilità - continua Pitrolo - non è perché siamo i più bravi. Credo semplicemente che il problema vada risolto, perché il diritto all'istruzione di un giovane in età scolastica è un diritto costituzionalmente garantito e non può essere negato. Forse avremo delle difficoltà, ma il corpo docenti si è detto pronto ad accogliere questa scommessa". Quanto ai tempi, per il tredicenne la campanella non è ancora tornata a suonare, ed è già passato un mese dal primo provvedimento del tribunale. "Credo - rassicura il dirigente - che tra una decina di giorni il ragazzo potrà finalmente tornare tra i banchi di scuola".