Il Ministro che non c'è.
da
ScuolaOggi del
22/3/2007.
Le attese che con la nascita del governo di
centro sinistra e dopo la gestione di Letizia Moratti si erano create
nel mondo della scuola sembrano ampiamente deluse. Cerchiamo di capire
come e perchè.
Alla prima importante resa dei conti il ministro non c'è. Dalle
scuole, dalle organizzazioni dei suoi operatori (dirigenti scolastici
in testa), da chi in qualche modo segue la situazione del servizio
scolastico nazionale,dal nostro stesso sondaggio che abbiamo attivato
tra i nostri lettori, arrivano pesanti segnali di malessere che
Giuseppe Fioroni non sono non riesce a sanare, ma che per molti versi
sta alimentanto coi suoi interventi come quello recente di Milano. Le
attese che con la nascita del governo di centro sinistra e dopo la
gestione di Letizia Moratti si erano create nel mondo della scuola
sembrano ampiamente deluse. Cerchiamo di capire come e perchè. Si sta
scontando crediamo un primo dato di fondamentale rilevanza: Fioroni di
scuola non capisce molto. Lo ammette lui stesso a ripetizione. Così è
costretto a cercare di governare senza avere gli strumenti necessari
per entrare nel merito delle questioni che deve affrontare. Non
padroneggia, insomma, la materia di cui tratta. Per di più non pare
nemmeno che per superare questo grave handicap sia sufficientemente
impegnato. Basta guardarlo quando sta al tavolo di una riunione.
Perchè sempre il cellulare all'orecchio? Perchè non fa solo il
ministro, ma continua ad essere uno dei leader della corrente della
Margherita che fa capo a Marini. E questo sembra il suo massimo
interesse. Un'interferenza che certo non agevola lo svolgimento del
suo ruolo già difficile di uomo di governo della scuola. Anche chi
l'ha preceduto non poteva dirsi certo un'esperta della materia (e i
risultati purtroppo si sono visti), ma almeno aveva ilo garbo della
signora. Fioroni no. Affronta un dibasttito, non sa, ma ha troppo
spesso la tendenza a parlare d'altro. E soprattutto l'arroganza di
invettive che alla fine si stanno ritorcendo contro di lui.