Sandro Gigliotti, quattro anni dopo.
da
Tuttoscuola, 20/3/2007
Il sogno, o forse, più laicamente, il progetto
di Sandro Gigliotti, fondatore della Gilda e poi dell’APEF
(Associazione Professionale Europea Formazione), scomparso
prematuramente quattro anni fa, era quello di costruire una grande
associazione professionale nella quale potessero riconoscersi tutti
gli insegnanti.
Una associazione "generalista, libera da condizionamenti
politico-ideologici, pluralista, trasversale, alla quale si aderisce
perché si è insegnanti, e non in funzione dell’area politica di
appartenenza", come scriveva in un articolo scritto poco prima della
morte, ripubblicato da APEFnews, periodico dell’Associazione, nel suo
ultimo numero (www.apefassociazione.it).
Con questo spirito, d’altra parte, aveva fondato nel 1988 la Gilda
degli insegnanti, orgogliosamente denominata con il nome delle
corporazioni medievali dei mestieri in polemica con i sindacati
confederali, ma anche autonomi come lo SNALS, che si ostinavano a
rappresentare tutte le figure professionali della scuola, dai presidi
al personale non docente. E la richiesta di un contratto separato, che
riconoscesse la specificità del lavoro dell’insegnante, il suo
carattere professionale, creativo, responsabilizzate, e non
impiegatizio, ripetitivo, burocratico.
E con lo stesso spirito aveva poi dato vita nel 2000 all’APEF
abbandonando la Gilda, che con gli anni si era troppo
"sindacalizzata", perdendo di vista la sua vocazione originaria, più
attenta alla dimensione sociale e culturale che a quella contrattuale.
Un piccolo passo avanti verso la valorizzazione dell’associazionismo
professionale è stato compiuto nel 2004 con il varo del Forum
nazionale delle associazioni presso il Ministero. Ma Gigliotti non se
ne sarebbe certamente accontentato, e l’obiettivo per il quale egli si
è battuto – quello del riscatto professionale della categoria su basi
di completa autonomia – appare ancora assai lontano.