Bassa competitività, tutta colpa
dell'istruzione. Ocse: Europa al declino. da Italia Oggi del 27/3/2007
Bassa competitività, tutta colpa dell'istruzione. Angel Gurrìa, segretario generale dell'Ocse, ne è convinto: l'Europa può farcela a reggere il confronto con le economie emergenti solo dotandosi di una scuola da pole position. La verità è invece che l'Europa è più lenta rispetto alla tabella di marcia del cambiamento. Prova ne è il ritardo accumulato nella realizzazione dell'agenda di Lisbona e degli obiettivi del programma di lavoro istruzione e formazione 2010. ´Da sola l'Europa con i suoi 500 milioni di abitanti detiene un pil che fa invidia al mondo intero', sottolinea il segretario generale a ItaliaOggi, ´ma oggi quello che manca è uno slancio di prospettiva, mentre aleggia fra i cittadini dell'Unione un forte senso di sfiducia, paura della globalizzazione, la convinzione che il futuro sarà asiatico e che per noi sarà declino'.
Questo, spiega Gurrìa impone strategie politiche
difensive e polarizza il dibattito sulle questioni legate
all'allungamento della vita, al welfare. ´Ma noi dell'Ocse', sostiene
Gurrìa, ´crediamo che l'Europa ce la possa fare'. Ci sono oggi timidi
segnali di una ripresa economica, soprattutto in alcuni paesi (Svezia,
Belgio, Regno Unito, Germania), che ci dicono come sia in crescita la
produttività. Per rispondere alle sfide attuali e future della
produttività è necessario confrontarsi infatti con i livelli di
intraprendenza di imprese e persone, che dovranno sempre più vedersela
con l'evoluzione tecnologica e la necessità di portare a progetto idee
nuove e innovative. In questo senso l'Europa ha sviluppato una serie
di politiche tecnologiche dotando i paesi di dorsali per la
connettività a banda larga e di connessione alla rete, per mettere i
cittadini e le imprese in grado di compensare il gap tecnologico
inizialmente accumulato. Ma molto resta da fare per preparare le
persone e a questo deve pensare la scuola. Gurrìa sostiene che
l'Europa deve insistere sulla convergenza dei curricoli nazionali
sulle competenze chiave per l'apprendimento permanente e sulla
scolarizzazione precoce, per comprendere nell'obbligo anche la scuola
dell'infanzia. Sta di fatto però che il programma comunitario di
lavoro, istruzione e formazione 2010 inciderà sui livelli di successo
formativo dei cittadini in misura molto più contenuta del previsto: lo
ha recentemente ribadito il Parlamento e il Consiglio dell'Ue. Mentre
negli Usa già si discute di un piano di riforme per cui si parla di
rivoluzione dell'educazione (vedi ItaliaOggi scorso) da qui al 2021,
che parte da aumenti nell'ordine del 100% degli stipendi degli
insegnanti. |