Le norme che proibivano l'uso dei cellulari
durante le lezioni esistevano
già ma da ora nessun istituto potrà comportarsi diversamente
Fioroni: "Telefonini spenti a scuola"
Altrimenti scattano le sanzioni.
La normativa frena anche
l'uso dei videofonini in aula
motivo di scandalo nei mesi scorsi
Sanzioni anche sanzioni sul bullismo fino all'esclusione dalla
maturità
la Repubblica,
15/3/2007
ROMA - I telefonini
dovranno rimanere rigorosamente spenti in classe durante le ore di
lezione. Per i trasgressori scatteranno sanzioni disciplinari.
Compresa quella del ritiro temporaneo del cellulare durante le lezioni
e la restituzione, se necessario, in presenza dei genitori. Le norme
per vietare l'uso dei cellulari a scuola esistevano già, ma con le
linee emanate oggi dal Ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe
Fioroni, ora nessuna scuola potrà più esimersi dall'inserire nel suo
regolamento lo stop ai telefonini e le relative sanzioni per gli
indisciplinati. Il ministro ha inoltre chiarito che il divieto
riguarda allo stesso modo anche gli insegnanti. Niente più messaggini
durante le lezioni e niente più, sperano al ministero, immagini con i
videofonini motivo di scandalo nei mesi scorsi.
"Le linee di indirizzo - ha spiegato il ministro - scaturiscono dalla
necessità di rendere cogente nel più breve tempo possibile il divieto
dell'uso del telefonino nelle classi e la possibilità da parte dei
docenti di ritirarli fino al termine delle lezioni. Il divieto
dell'uso del cellulare durante le lezioni - ha ricordato il ministro -
è già normato, ma ora diventa cogente da subito". Per gli Istituti che
non avessero già provveduto a inserire il divieto d'uso dei cellulari
durante le attività didattiche, il Ministero metterà a disposizione
sul suo sito alcuni esempi di regolamenti. Fioroni ha ribadito ancora
una volta che, invece, il divieto di accesso a scuola dei telefoni
cellulari "va regolamentato per legge".
Sono state inoltre ipotizzate una serie di modifiche allo Statuto
delle studentesse e degli studenti del 1998, con l'intento di
intervenire anche in materia di "bullismo". In caso di fenomeni
particolarmente gravi, infatti, di "violenza" e "bullismo" si
potrebbero stabilire una serie di sanzioni più rigorose. Come la non
ammissione allo scrutinio finale o all'esame di Stato nei casi
particolarmente gravi. Inoltre la 'sospensione' , in caso di
necessità, potrà superare i 15 giorni, e gli studenti ribelli potranno
essere puniti obbligandoli a svolgere una sorta di servizio sociale
(pulitura aule, piccole manutenzioni, svolgimento di attività di
volontariato, ecc.). Inoltre si potrebbe - dice il ministro -
stabilire "un patto sociale di corresponsabilità" tra famiglie e
istituti. Ciascuna scuola potrebbe cioè richiedere alle famiglie di
sottoscrivere al momento dell'iscrizione, o comunque all'inizio
dell'anno, un accordo che conterrà una definizione condivisa di
diritti e doveri tra famiglie e scuola. Con questo strumento le
famiglie si assumono l'impegno - ha spiegato Fioroni - di rispondere
direttamente dell'operato dei propri figli nel caso in cui, ad
esempio, gli stessi arrechino danni ad altre persone o alle strutture
scolastiche o, più in generale, violino i doveri sanciti dal
regolamento di istituto e subiscano, di conseguenza, l'applicazione di
una sanzione anche di carattere pecuniario.
Fioroni si è anche soffermato sulla responsabilità deontologica e
professionale di presidi, professori e personale scolastico ricordando
che il dovere di vigilanza sui comportamenti degli alunni sussiste in
tutti gli spazi scolastici ed esige la tempestiva segnalazione alle
autorità competenti di eventuali infrazioni e, in particolare, di
episodi di violenza. Un dovere la cui inosservanza - ha fatto notare
il ministro - è materia di valutazione disciplinare.
E non tarda ad arrivare il plauso e l'appoggio da parte dei dirigenti
scolastici. "Condividiamo e apprezziamo lo spirito dell'intervento -
dichiara Giorgio Rembado, presidente dell'associazione nazionale
presidi (Anp). C'era bisogno di ricondurre l'attenzione di tutti sul
problema del rispetto delle regole". In termini di sanzioni, i presidi
accolgono con favore la loro modifica per gli episodi di violenza più
gravi. "Era opportuno rimettere mano allo Statuto degli studenti e
delle studentesse - dice Rembado - visti gli episodi degli scorsi mesi
era inevitabile modificare le sanzioni disciplinari". Piace, poi, il
patto di corresponsabilità che le famiglie dovranno sottoscrivere
all'atto di iscrizione dei figli a scuola. "Finora - spiega Rembado -
era solo implicito: era opportuno, invece, richiamare l'attenzione
delle famiglie sul significato della scuola e sul fatto che quando si
sceglie un istituto bisogna rispettarne le regole".