Caso Dutto, una crisi annunciata.

 da ScuolaOggi del 29/3/2007

 

La scuola italiana con le dimissioni di Mario Dutto perde certamente una delle teste pensanti più raffinate. Una perdita peraltro segno dei tempi. Chi è ben informato racconta, infatti, che il direttore generale da qualche tempo aveva presentato domanda di pensionamento a partire da settembre. Ma la situazione sarebbe precipitata proprio quando era intervenuto il ministro in persona deciso a respingere le dimissioni. Di fronte all'insistenza di Dutto Fioroni avrebbe perso le staffe e gli avrebbe detto: "Se è così, allora te ne puoi andare anche subito". E Mario Dutto avrebbe raccolto l'invito. In verità pare proprio che i rapporti tra i due non siano mai stati idilliaci. E come avrebbero potuto intendersi se l'uno, il direttore, agisce con competenza e garbo, e l'altro, il ministro, si muove come un elefante tra bicchieri di cristallo? La rottura sembra dunque un fatto che conclude un rapporto breve ma subito difficile. Come poteva andare avanti Dutto in queste condizioni? E alla fine si perde una risorsa importante per gestire la scuola soprattutto in vista dei cambiamenti in atto. Cambiamenti che hanno bisogno di uomini giusti al posto giusto. Così era per Dutto. Ma forse al ministro questo è un concetto di secondo piano. Non è un caso che proprio sulle scelte degli uomini da mettere in campo cominciano a trapelare le prime dure critiche. Sui criteri delle scelte, innanzitutto. Da buon democristiano per lui conterebbe più sistemare gli amici che garantire la qualità del servizio. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.