Le Regioni:
gli USR dialoghino con gli assessorati
prima di agire.

da TuttoscuolaNews N. 293, 21 maggio 2007

 

La frammentarietà delle informazioni a disposizione delle Regioni testimonia la mancanza sul territorio di stabili contatti ed interazioni tra gli uffici scolastici regionali e gli assessorati all'istruzione, con pericolo di sovrapposizioni, disfunzioni e diseconomie. La svolta necessaria è l'attivazione di stabili e fattivi circuiti relazionali, nonché il riallineamento delle azioni di governo di ciascun soggetto istituzionale.

È più o meno quanto scrive Silvia Costa, coordinatrice degli assessori regionali all'istruzione al ministro dell'istruzione Fioroni. Dopo aver richiamato gli impegni assunti dal ministro, la Costa sottolinea la necessità che nella fase che vedrà l'amministrazione scolastica decidere sull'assegnazione di ulteriori risorse compensative in organico di fatto, i responsabili degli uffici scolastici regionali dovranno acquisire gli orientamenti degli assessori regionali per l'assunzione di decisioni condivise.

L'iniziativa della Costa riassume la volontà delle Regioni di farsi carico dell'esigenza di realizzare un reale sistema concorrente di governo in materia di istruzione e formazione, coniugandolo con i bisogni reali posti dalla domanda formativa della società e della utenza. Ciò trova conferma nella richiesta che l'assessore all'istruzione, formazione e lavoro della regione Toscana, Simoncini, ha rivolto al ministro Fioroni per sottolineare che comunque, "nelle more dell'attuazione del Titolo V della Costituzione", il ministro "emani un indirizzo agli uffici scolastici regionali perché condividano con le Regioni le principali scelte. Se davvero si vuole fare della scuola una delle principali leve per lo sviluppo del paese bisogna chiudere il processo iniziato con la riforma del Titolo V della Costituzione, affidando alle Regioni, oltre alle competenze in fatto di programmazione, anche le risorse umane e finanziarie per attuarle".

La riduzione del personale docente e non docente, nelle scuole toscane come in quelle di altre Regioni, produce effetti laceranti, dei quali gli amministratori locali si fanno interpreti nei confronti del governo in carica quasi a prescindere dal suo colore politico. Prevale infatti - ed è un elemento comune a tutte le Regioni - una linea di rivendicazione non solo di maggiori risorse ma soprattutto di competenze sul piano istituzionale. Di qui la richiesta al ministro dell'istruzione di richiamare gli uffici scolastici regionali al rispetto di tali competenze.