Escono di cella le tre maestre, l'autore
televisivo e il benzinaio cingalese
Sulla bidella si decide il 15 maggio. Duecento in piazza per
festeggiare.
Rignano, scarcerati 5 arrestati su 6.
Il Riesame: "Non ci sono gravi indizi".
Un'insegnante: "Non mi devo nascondere. E' stato
un inferno, scriverò un libro"
E Mastella chiede ai suoi ispettori di acquisire l'ordinanza emessa
oggi.
la Repubblica
10/5/2007
ROMA - Il Tribunale del
Riesame di Roma ha deciso la scarcerazione di cinque delle sei persone
arrestate per la vicenda dei presunti abusi su almeno 16 bimbi della
scuola materna di Rignano Flaminio: sono la maestra Patrizia Del
Meglio, suo marito, l'autore televisivo Gianfranco Scancarello, le
maestre Marisa Pucci, Silvana Magalotti e il benzinaio cingalese Kelum
Da Silva. Motivo della decisione: secondo i magistrati, non ci
sarebbero "gravi indizi" a loro carico.
La posizione della sesta arrestata, la bidella Cristina Lunerdi sarà
esaminata dalla stesso tribunale il 15 maggio prossimo. Tutti e sei
gli indagati erano in carcere - quello romano di Rebibbia - dallo
scorso 24 aprile. E in serata si è appreso anche che il ministro della
Giustizia, Clemente Mastella, ha chiesto agli ispettori di acquisire
copia dell'ordinanza di scarcerazione: "Il Guardasigilli - è detto in
una nota - nel doveroso rispetto del segreto investigativo, ha chiesto
di essere messo al corrente di ogni elemento utile per una valutazione
di quanto è accaduto, alla luce delle competenze del Dicastero".
Intanto, subito dopo che si è diffusa la notizia della scarcerazione,
ci sono state scene di gioia, da parte dei parenti degli indagati,
davanti al Municipio del paese. Suonando i clacson dalle auto uno di
loro ha urlato: "Ce le andiamo a riprendere, ce le andiamo a
riprendere".
La maestra Silvana Magalotti è stata la prima ad uscire dal carcere:
"Non mi devo nascondere. E' stato un inferno, ma leggerete tutto
perchè ho scritto tutto ed ho intenzione di farne un libro". Poi la
festa in piazza trasformata in una sorta di rito di liberazione dalla
rabbia accumulata in queste ultime settimane. Quando due delle
maestre, Silvana e Marisa, sono scese dalle auto, le 200 persone che
affollavano Corso Umberto I hanno cominciato a piangere dalla
commozione.
Una ressa di abbracci e di telecamere, dove le due maestre, piccole di
statura, cercavano invano di far sentire la loro voce. Da qui la
scelta di festeggiare non in casa, ma nel centralissimo "Bar dello
sport" della famiglia di Silvana.
Tutti gli scarcerati sono tornati nelle loro casa ad eccezione di
Kelum da Silva, colpito dal settembre scorso di espulsione perché
irregolare. Per questa ragione il benzinaio è stato trattenuto nel
centro di permanenza temporanea di Ponte Galeria. Qui potrà restare
trenta giorni prorogabili di altri trenta.
Il collegio di magistrati chiamato a decidere sulla libertà degli
imputati, presieduto da Bruno Scicchitano, ha finito l'udienza nel
tardo pomeriggio di ieri, dopo aver ascoltato la replica del pm Marco
Mansi, che ha ridabito la gravità dei vari indizi raccolti a carico
degli indagati. Le difese avevano puntano le loro argomentazioni
sull'infondatezza e sull'inconsistenza delle accuse contestate, che
vanno dall'associazione per delinquere (anche se per questo reato il
gip non aveva dato il via libera all'arresto) ai maltrattamenti, dalla
violenza sessuale agli atti osceni in luogo pubblico.
E dopo la scarcerazione, sono arrivate le prime reazioni. "E' una
decisione esemplare": questo il commento di Franco Coppi e Roberto
Borgogno, difensori di Patrizia Del Meglio e di Gianfranco Scancarello.
"Esemplare - haanno poi spiegato - perché rispecchia il nulla del
materiale probatorio. Confidiamo che questa decisione costituisca
motivo di riflessione intorno al problema della tutela della libertà
personale, che è affrontato troppo superficialmente, a nostro avviso,
nel nostro Paese".
Soddisfazione, come ovvio, anche da parte di Michele Angileri,
portavoce del comitato istituito per sostenere l'innocenza dei sei
indagati: "Era inevitabile - ha detto - era quello che ci aspettavamo.
Prendiamo atto che il sistema giuridico in Italia globalmente
funziona. Per fortuna, il mondo ancora gira e così la giustizia. Non
poteva esserci altra conclusione".
Diverso l'atteggiamento dei legali delle famiglie. "Aspettiamo di
conoscere le e motivazioni: queste le prime parole dell'avvocato
Franco Merlino, che assiste alcune delle famiglie dei bimbi che
avrebbero subito abusi sessuali. "Non abbiamo ancora - ha proseguito -
né gli atti dell'accusa nè quelli della difesa. Dopo sarà la Procura a
valutare i passi da intraprendere".
Increduli e stupiti, meno diplomatici dei loro avvocati, i genitori
dei piccoli. "Vogliamo spiegazioni e soprattutto vogliamo capire le
ragioni di questa decisione del Tribunale del Riesame" hanno detto ai
loro legali, che li hanno invitati alla calma.