L'intesa tra governo e sindacati sul contratto
per gli statali
scongiura lo stop del 4 giugno e l'agitazione per gli scrutini.
Revocato lo sciopero dei prof
"Ora l'Intesa sulla scuola".
Salvo Intravaia, la Repubblica
29/5/2007
Dopo il tour de force
notturno fra governo e sindacati, sono stati revocati anche gli
scioperi della scuola, previsto per il 4 giugno, e quelli dell'Afam
(Alta formazione artistica e musicale), della Ricerca e
dell'Università, dell'11 giugno. I 101 euro medi di aumento strappati
al governo dai rappresentanti di categoria a favore dei cosiddetti 'ministeriali',
per la scuola salgono a 115. Cui occorrerà aggiungere, per insegnanti
e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari), i risparmi di sistema già
certificati, secondo quanto convenuto con l'accordo del 6 aprile
scorso', fa sapere la Uil scuola. Come dire che i tagli al personale
della scuola si trasformano in aumenti contrattuali a favore di coloro
che restano in cattedra.
Dopo i venti di guerra agitati dai rappresentanti dei lavoratori,
l'anno scolastico si potrà chiudere senza i temutissimi colpi di coda
minacciati dai sindacati: agitazioni durante gli scrutini finali e
durante gli esami di stato. Per la formale revoca dello sciopero basta
la convocazione all'Aran, fissata per oggi alle 18,30.
Ma non sono tutte rose e fiori per i docenti. I due accordi siglati
alle 4 di notte 'prevedono che l'incremento dello stipendio decorra
dal primo febbraio 2007 (cioè 11 mesi prima di quanto chiedeva il
Governo che a lungo ha insistito perché venisse indicata la data del
31 dicembre 2007), fa sapere la Flc Cgil. Ma anche 12 mesi dopo dalla
scadenza del contratto. Il secondo accordo prevede per il prossimo
rinnovo contrattuale una cadenza sperimentale triennale: oggi la
cadenza è quadriennale, per quanto riguarda la parte normativa, e
biennale per quanto riguarda la parte economica. Dopo quello appena
concluso per il biennio 2006/2007, il prossimo contratto varrà per il
triennio 2008/2010.
Due le esigenze che hanno portato a questa seconda intesa: la
necessità di allineare i tempi dei contratti con le cadenze del Dpef,
che è triennale, e quella di coordinare il rinnovo contrattuale con
l'Intesa sulla scuola che sarà sottoscritta a breve. Il cosiddetto
Memorandum definirà obiettivi e priorità, concordate fra sindacati e
governo, da affrontare per rilanciare il ruolo della scuola statale
che può, e forse deve, diventare come l'Europa ci chiede dal 2000, il
traino di tutta l'economia del Paese.
Il rinnovo del contratto contribuisce a rasserenare gli animi, ma il
malessere della scuola non deriva esclusivamente dalla paga degli
prof. In questi ultimi mesi insegnanti, dirigenti scolastici, alunni e
genitori hanno dovuto fronteggiare emergenze di ogni tipo. Dal taglio
ai finanziamenti a quello degli organici, dall'impossibilità di
nominare e pagare i supplenti per mancanza di fondi alla carenza degli
stessi per i commissari della maturità, solo per citare quelle che
hanno messo maggiormente in difficoltà gli operatori della scuola. Nei
prossimi mesi, occorrerà quindi agire su altre leve per fare ripartire
la macchina scolastica italiana.