La maturità 2007 segna il ritorno dei commissari
esterni: possibili compensi più bassi Esami, illecito costringere i precari. di Antimo Di Geronimo da Italia Oggi dell'1/5/2007
Esami di stato a rischio se il commissario
esterno non è di ruolo. I docenti con contratto fino al 30 giugno non
sono obbligati ad accettare ulteriori contratti per il periodo di
svolgimento degli esami di stato. E dunque, sebbene l'amministrazione
centrale abbia disposto che anche i supplenti sono tenuti a presentare
le domande (si veda ItaliaOggi di giovedì scorso), non vi è alcun
obbligo, per i precari, di accettare i relativi incarichi. È quanto
stanno sostenendo in questi giorni i sindacati della scuola alle
domande degli interessati. Il docente precario, infatti, una volta
scaduto il contratto di sostituzione, è la tesi, non ha nessun obbligo
nei confronti dell'amministrazione. Anche se ha presentato la domanda
per partecipare agli esami come commissario esterno, come prevede la
circolare 20/2007. La posizione del docente precario, in questo caso,
è in tutto simile a quella del soggetto al quale venga proposto un
incarico di supplenza annuale. Proposta che può essere declinata senza
problemi. Tanto più che l'eventuale rinuncia non comporta alcuna
sanzione. Un chiarimento che in molti stanno chiedendo in questi
giorni ai sindacati, per frenare le pressioni che invece starebbero
già arrivando da alcuni presidi. Si prevede infatti, con il ritorno ai
commissari esterni (metà della commissione d'esame), una fuga dei
docenti di ruolo, con la conseguente necessità di arruolare precari
per garantire il regolare svolgimento della maturità 2007. In buona
sostanza, dunque, se i supplenti non dovessero accettare le nuove
proposte di assunzione per gli esami, all'amministrazione non
resterebbe che scorrere le graduatorie d'istituto, ricorrendo, se del
caso, anche ai non abilitati. Questa situazione di incertezza è dovuta
al fatto che la contrattualistica di settore non prevede l'incarico di
supplenza fino al termine degli esami. E ciò comporta il ricorso ai
contratti di supplenza breve per fare fronte alle necessità degli
esami. Contratti che tra l'altro fanno risparmiare all'erario
l'erogazione della retribuzione professionale, prevista, invece, per i
supplenti fino al 30 giugno. Insomma, come sempre, è una questione di
soldi e non di sostanza. E proprio di soldi si sta discutendo in
questi giorni a viale Trastevere. In particolare, sui compensi di
presidenti, commissari interni e commissari esterni. Ma anche in
questo caso le risorse economiche sono insufficienti. La legge
istitutiva dei nuovi esami di stato, che reintroduce i commissari
esterni, è stata finanziata infatti con 138 milioni di euro. Ma da una
stima di circa 12 mila commissioni, che già da ora si rivela
sottodimensionata, perché le commissioni dovrebbero essere circa
12.270. E dunque, c'è il rischio che per quest'anno addirittura i
compensi diminuiscano. In tal senso andrebbe una prima proposta
presentata dall'amministrazione ai sindacati nella riunione che si è
tenuta a viale Trastevere il 24 aprile scorso. Secondo questa prima
proposta, infatti, il compenso dei commissari interni dovrebbe subire
una decurtazione di circa 60 euro rispetto all'anno scorso. E i
risparmi dovrebbero andare a finanziare i maggiori oneri dei
commissari esterni a seconda della distanza della sede di assegnazione
rispetto alla residenza. Proposta che, però, è stata rigettata
unanimemente dai sindacati, che hanno fatto rilevare la necessità di
non ridurre i compensi già attribuiti. Un'ulteriore ipotesi al vaglio
dei tecnici di viale Trastevere riguarda, invece, la possibilità di
far ricadere eventuali incrementi dei compensi dei commissari esterni
sul prossimo rinnovo contrattuale, le cui trattative dovrebbero
aprirsi a breve. Senza toccare il compenso degli interni, che si
attesterebbe sui valori dell'anno scorso (circa 560 euro). Ma anche su
questa ipotesi già vi sono state prese di posizione contrarie da parte
di alcuni sindacati. Resta il fatto che i soldi sono pochi e non
basteranno per retribuire adeguatamente le prestazioni dei commissari
designati. Un motivo in più per temere defezioni da parte dei docenti
non di ruolo. Defezioni più che probabili se si tiene presente che, al
30 giugno, gli interessati avranno comunque maturato i giorni di
servizio necessari al conseguimento del relativo punteggio. E dunque,
se la prospettiva economica dovesse essere demotivante, se non
addirittura in perdita, potrebbero decidere, legittimamente, di non
accettare le eventuali proposte di riassunzione. |