I dati di una ricerca dell'Istat: cresce il
numero di chi lo utilizza
esclusivamente, e molti lo alternano spesso alla lingua italiana.
Il dialetto sfonda tra gli studenti
sempre meno parlano solo italiano.
Salvo Intravaia, la Repubblica
17/5/2007
La rivincita del
vernacolo sulla lingua nazionale? Non esattamente, ma quello messo in
evidenza dall'Istat sembra un segnale interessante. Chi pensa che
l'uso del dialetto fra i giovani non sia di moda dovrà ricredersi. Gli
studenti che si esprimono esclusivamente in italiano sono in calo
rispetto a sei anni fa mentre cresce, con gli amici ed estranei, il
numero di coloro che utilizzano 'esclusivamente' il dialetto. In
mezzo, ci sono un quarto di ragazzi ancora tra i banchi di scuola che
dichiarano di alternare i due modi di esprimersi. E ancora, cresce la
conoscenza delle lingue straniere che però resta di bassa qualità, con
la scuola che risulta il luogo privilegiato per l'acquisizione dei
primi elementi ma il 'fai da te' che raddoppia rispetto a sei anni fa
e dà risultati di gran lunga migliori.
E' quanto emerge dall'ultima pubblicazione dell'Ufficio nazionale di
statistica dal titolo "La lingua italiana, i dialetti e le lingue
straniere". Abbastanza rappresentativo il campione di 24 mila famiglie
intervistate nel 2006 con soggetti di tutte le età. Nel complesso
della popolazione di oltre 6 anni cresce l'uso dell'italiano e delle
lingue straniere a scapito dei dialetti in tutti e tre i contesti
analizzati: in famiglia, con gli amici e con gli estranei. Ma tra gli
studenti le cose vanno diversamente: il dato è in controtendenza.
Scoperta del dialetto come forma di recupero delle tradizioni? O
altro?
Il
dialetto e l'italiano fra i giovani.
Diminuisce l'uso 'esclusivo' dell'italiano tra gli studenti in tutti e
tre contesti esaminati. Ma soprattutto, quando si trovano al cospetto
di persone con le quali non hanno nessuna confidenza. A colloquio con
gli estranei l'uso esclusivo dell'italiano passa dal 89,3 all'86,8 per
cento. E se in famiglia è comprensibile che nonni e genitori
utilizzino ancora frasi e vocaboli appartenenti ai luoghi di origine,
a sorpresa fra i ragazzi si registra un incremento di coloro che usano
'solo o prevalentemente il dialetto'. In compagnia degli amici il
tasso passa dal 4,3 per cento del 2000 al 5 per cento del 2006.
L'uso delle
lingue straniere e la scuola.
A parere dei 54 mila intervistati di ogni età 'la scuola è cattiva
maestra'. Meglio il 'fai da te'. Anche se quasi tutti vengono a
contatto con le lingue straniere a scuola. Quasi 9 intervistati su 10
dichiarano che la lingua straniera meglio conosciuta è stata appresa
durante il percorso scolastico. Ma quali sono i risultati quando gli
italiani si trovano a conversare con uno straniero o durante la
lettura di un libro o un giornale? Decisamente male. Più di 42 giovani
fra i 6 e i 24 anni hanno scarse (o addirittura nulle) capacità di
'tenere una conversazione'. E 32 su 100 svolgono il compito in maniera
appena sufficiente. Va un po' meglio nella comprensione quando si
ascolta o si legge, ma la situazione peggiora nuovamente quando
occorre cimentarsi con la scrittura.
Non c'è da meravigliarsi, perché tra chi ha appreso le lingue a scuola
appena un terzo ritiene di avere una buona comprensione e uno su 5 si
considera il grado di avere una buona capacità di conversazione.
Risultati che raddoppiano studiando da soli: a casa con un buon corso
in dvd o su cd.