Il cane antiproibizionista.
Paola Mastrocola,
La Stampa del
28/5/2007
Ma come, questa non era la scuola
dell'accoglienza e del dialogo? La scuola che istituisce sportelli di
aiuto, ore di ascolto, percorsi di recupero?
Quella che organizza educati convegni sull'educazione eventualmente da
impartire ai giovani? Che crede nell'inclusione totale, nella
comprensione reciproca, nella tolleranza? Che non punisce, non
seleziona e non sanziona? Sì, era lei, me la ricordo benissimo perché
fino a ieri era così. E adesso, cosa succede? Di colpo, ci svegliamo
al mattino, raggiungiamo ancor pieni di sonno l'edificio scolastico e...
troviamo ad attenderci i cani!
Squadre di cani ringhiosi e addestrati, al guinzaglio dei carabinieri
- come accaduto alcuni giorni fa in un liceo di Torino -, fermi al
cancello che aspettano al varco poveri studenti ignari per sottoporli
a un accurato e umiliante esame olfattivo. Cani invadenti e
inopportuni che, al fine di scovare anche quel milligrammo di droga
sul quale fino a ieri eravamo pronti a chiudere un occhio, si
permettono di rovistare col muso negli zaini e mordicchiare libri di
testo, nonché, nei casi fortunati, buoni panini al prosciutto e
maionese confezionati all'alba da mamme premurose.
Mi riaffiora un ricordo: ma la ministra Turco non è quella stessa che
qualche mese addietro, per l'esattezza il novembre scorso, propose di
raddoppiare la dose personale consentita di sostanze stupefacenti?
Com'è possibile?
Tento di darmi qualche risposta: una cosa è l'autunno, una cosa è la
primavera inoltrata, e non è detto che ciò che si pensa in novembre si
pensi ancora a maggio. Inoltre, cos'è questo amore per le tesi
coerenti e non contraddittorie? Ben vengano le aperture ossimoriche,
per cui la proposta di mandare i carabinieri nelle scuole potrebbe
essere definita: «antiproibizionismo con cani», ovvero: cari ragazzi,
noi continuiamo a chiudere un occhio sulle droghe leggere, a
interrogarci pensosi e benevoli sul «disagio giovanile», a non
demonizzare gli stupefacenti, però vi sguinzagliamo contro i cani che
ve li scovino addosso. Vi lasciamo tranquillamente comprare le vostre
dosi giornaliere, che vi avevamo appena aumentato, però vi chiediamo
semplicemente di volercele consegnare all'entrata.
Non so come chiamarla: inversione a U, folgorazione mistica, sindrome
schizofrenica. Non so cosa stia succedendo, ma la sinistra cambia
strada, volta pagina, inverte la rotta. Credo per due ragioni: primo,
forse si è improvvisamente accorta che la droga nuoce fortemente alla
salute, e inoltre non è - come dire? - del tutto consona all'ambiente
scolastico: non sta bene che un ragazzo vada a scuola, luogo deputato
allo studio e alla serietà dell'impegno in vista del suo futuro, e poi
spinelli bel bello nei cortili, bagni o corridoi; secondo, la sinistra
ha fiutato il vento e vuole «sarcosizzarsi» un po'. A pochi giorni
dalle elezioni francesi, sta subendo un effetto Sarkozy istantaneo:
improvvisamente prende atto che va di moda la disciplina,
l'autorevolezza, la briglia stretta, il controllo, le regole, la
legalità. Chissà, forse di questo passo arriverà anche a imporre il
grembiulino nero alle elementari, e chiederà agli insegnanti di
prendere a ceffoni i ragazzi che non fanno i compiti. Intanto, meno
male che ci sono i cani.
Perché loro non si fanno tante domande sul bene e il male, severità e
tolleranza, cultura dei diritti e cultura dei doveri. Loro hanno
l'olfatto! E riusciranno, a colpi di naso, a eliminare le droghe dalla
scuola.
Peccato che noi, usando le armi che ci sono proprie come educatori
(per esempio inculcando l'amore per la cultura, il rispetto delle
regole e il sentimento di una personale dignità), non ci siamo
riusciti.