L'anno scolastico è finito,
e al Tesoro risulta non solo che la spesa non è diminuita,
ma che anzi è cresciuta.

Fioroni ha sforato di 600 milioni.

Alessandra Ricciardi  da ItaliaOggi del 25/7/2007

 

Al Tesoro hanno un diavolo per capello. Perché stanno cominciando ad analizzare i dati sull'andamento di spesa del ministero dell'istruzione. E di risparmi non c'è neanche l'ombra: quasi 450 milioni di euro, tanto avrebbe dovuto portare in dote il ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, per il 2007. L'anno scolastico è finito, e al Tesoro risulta non solo che la spesa non è diminuita, ma che anzi è cresciuta. Come se non bastasse, il questi mesi Fioroni ha presentato al collega dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa, anche una richiesta di finanziamento straordinario per debiti contratti dalle scuole negli anni precedenti: quasi un miliardo di euro. Di questi, 380 milioni saranno coperti attraverso il decreto sul Tesoretto. Restano insomma circa 600 milioni di debiti, e nel calderone dei creditori ci sono pure i comuni titolari di una mai evasa Tarsu, la tassa per lo smaltimento rifiuti che le scuole devono pagare per gli edifici in uso. Insomma, i 600 milioni sommati a 448 milioni di mancati risparmi riportano il rosso di Fioroni a un miliardo tondo tondo. A settembre, il Tesoro è pronto a formalizzare una richiesta di rientro nei budget prefissati, pena il blocco dei finanziamenti a monte. Già, perché un guardingo Tps aveva inserita nella Finanziaria 2007 (comma 621) una clausola di salvaguardia: a garanzia della effettività dei risparmi (448,2 milioni di euro per il 2007, 1,3 miliardi per il 2008 e 1,4 nel 2009), «in caso di accertamento di minori economie, si provvede a ridurre le dotazioni complessive del ministero della pubblica istruzione, a eccezione di quelle relative alle competenze spettanti al personale della scuola e dell'amministrazione centrale e periferica della pubblica istruzione, in maniera lineare e fino a concorrenza degli importi indicati». Fermo restando il pagamento degli stipendi, si taglierebbero alla fonte tutti gli altri capitoli di spesa. Il dicastero di Fioroni sta già lavorando alla risposta da apporre ai ragionieri di Tps: la popolazione scolastica è cresciuta, e dunque il fabbisogno di insegnanti è più alto, non i possono valutare i tagli agli organici in base a fabbisogni vecchi; l'innalzamento del numero di alunni per classi è stato fatto, ma garantendo l'istruzione anche a chi vive in piccole comunità; c'è poi il capitolo dei docenti di sostegno: il diritto al sostegno per gli alunni con handicap è riconosciuto in modo inequivocabile dai giudici e non può essere contingentato. Insomma, andrà in scena una nuova sfida, non più tra gli uffici tecnici ma prettamente politica tra Tps e Fioroni: applicare la clausola di salvaguardia, come prevedeva la Finanziaria 2007, e dunque tagliare fondi a una scuola che è già in difficoltà, oppure scaricare tutto sulla finanza pubblica. E fare, a settembre, una manovra che allunga la coperta oggi troppo corta.