Ministero costretto a revocare le nomine e a
chiamare supplenti
Troppi commissari nominati
su materie che non insegnano.
La Stampa dell'8/6/2007
ROMA
Il ministero della Pubblica Istruzione sta cercando di trovare una
soluzione alle numerose segnalazioni di insegnanti nominati come
commissari esterni agli imminenti esami di maturità, al via il
prossimo 20 giugno, su materie che non insegnano, di cui non hanno
competenza ed in certi casi nemmeno l’abilitazione.
Una delle situazioni più ricorrenti è quella di professori laureati in
giurisprudenza, che quindi insegnano diritto, chiamati a fare i
commissari di economia aziendale. E non sono pochi i casi di docenti
di matematica nominati come commissari di fisica e addirittura di
filosofia.
«C’è in questo caso una evidente incompetenza - commenta la Flc-Cgil -
soprattutto per la parte dei docenti che possiedono la laurea in
giurisprudenza o in scienze politiche. A quanto sembra però il
ministero non fornisce un criterio preciso per selezionare le diverse
situazioni e lascia quindi agli uffici periferici il compito di
decidere caso per caso».
Il problema nasce a seguito del scarsità dei docenti di alcune
particolari materie, come diritto e fisica: la banca dati informatica
del ministero, ha allora automaticamente assegnato i docenti che
rientrano nelle macro-aree disciplinari più affini. Quella che doveva
essere però un’ipotesi residuale, un eccezione, è diventata per certe
materie l’unica possibilità.
Il rischio è che, per evitare situazioni imbarazzanti, i docenti
nominati su materie che non conoscono possano diplomaticamente
ammalarsi in massa e ricorrere al classico certificato medico che
giustifica l’impossibilità a far parte della commissione.
«Insegno matematica, mi trovo commissario di filosofia - spiega un
professore di Pordenone - mi riciclo anche al pensiero di Socrate e
Wittgenstein, ma il problema vero non sono le domande, piuttosto le
risposte: chi mi suggerisce?».
La situazione, visti anche i precedenti degli ultimi anni, è tutt’altro
che da sottovalutare: negli esami di Stato sono infatti coinvolti
oltre 110.000 professori, di cui 37.000 esterni e 73.000 interni, a
cui bisogna aggiungere più di 12.000 presidenti suprevisori.
Per prevenire situazioni poco gestibili a ridosso delle prove scritte,
e delle ferie, il ministero dell’Istruzione ha fatto sapere, tramite
una nota del direttore generale Mario Dutto, che il problema dovrà
essere risolto nei prossimi giorni «provvedendo, eventualmente, - si
legge nella nota - alla revoca della nomina, qualora il docente
interessato ne faccia richiesta, motivata da assenza di specifica
competenza professionale».
In pratica, se il docente dovesse ammettere la propria incompetenza,
saranno direttamente gli Uffici scolastici provinciali (gli ex
provveditorati) a sollevarlo dall’incarico. Gli stessi Usp, a quel
punto, saranno autorizzati a ricorrere ai neolaureati o ai giovani
supplenti che pur non avendo specifica esperienza in campo scolastico
possono almeno vantare conoscenze dirette della materia.
Già da oggi, gli Uffici scolastici hanno iniziato a verificare,
attraverso il “sistema informativo”, la possibilità di estrapolare
dagli elenchi degli aspiranti di ruolo ancora non nominati se vi siano
docenti nelle condizioni di subentrare. È dallo stesso ministero che
però si fa esplicito riferimento alla possibilità di attingere ad
«eventuali aspiranti - sottolinea la nota - che hanno dato, in sede
locale, la loro disponibilità per la nomina».
L’impressione è che sarà proprio quest’ultima soluzione, quella dei
giovani laureati e del personale precario, la più utilizzata per
mettere a posto i numeri delle oltre 12.000 commissioni e far partire
senza intoppi gli esami di Stato del 2007.