Londra, lo sviluppo determinato dalla classe e dall'istruzione dei genitori.
Gli autori del programma: dobbiamo trovare il modo di spingere gli altri

I figli dei laureati imparano prima
«A 3 anni già avanti di 10 mesi».

Studio su 15 mila bambini. Le femmine battono i maschi

Guido Santevecchi, Il Corriere della Sera del 12/6/2007

 

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA — Il governo britannico ha promesso di cancellare la povertà infantile nel Regno entro il 2020. Per dare a tutti le stesse opportunità nel 1998 Tony Blair ha lanciato il programma «Sure Start», Inizio sicuro. Ma la situazione, nella Gran Bretagna dell'economia che continua a crescere da più di dieci anni di seguito, resta sconfortante: anche se il tasso di povertà è sceso del 5 per cento, oltre un quarto delle famiglie è considerato sotto la soglia dell'indigenza. Uno studio ha seguito la «generazione Blair» nata tra il 2000 e il 2002 e ha stabilito che all'età di tre anni i figli delle famiglie svantaggiate hanno perso già quasi un anno rispetto ai coetanei della classe media.

Sono 15.500 i bambini dei quali il Centre for Longitudinal Studies della London University ha tenuto un'anagrafe della situazione sociale, sanitaria e dell'istruzione. In una serie di test sulla capacità di esprimersi i figli di coppie benestanti e con laurea sono risultati 10 mesi in vantaggio rispetto a quelli di genitori poveri e con meno titoli di studio.

Il distacco aumenta a 12 mesi nel campo della percezione dei colori, della comprensione di lettere, numeri, misure e forme. Un'altra osservazione dei ricercatori è che le bambine sono in media tre mesi avanti ai maschi.

La ricerca non ha stabilito quanto sarebbe stata più grave la spaccatura senza il piano «Sure Start», ma certamente questi dati non faranno piacere a Gordon Brown che il 27 giugno erediterà da Blair la guida del governo.

La situazione più grave è in Galles dove il 30 per cento delle famiglie vive sotto la soglia dell'indigenza; in Irlanda del Nord è il 29, in Inghilterra il 25 e in Scozia il 21. Si definisce povero un bambino se il reddito della sua famiglia è meno del 60 per cento di quello medio del Regno Unito. Il dato nazionale di povertà è appesantito dall'incidenza delle minoranze etniche: i tre quarti delle famiglie originarie del Pakistan e del Bangladesh sono sotto la soglia.

Crescere in un ambiente familiare dissestato incide anche sulla salute. Per esempio l'obesità infantile è più grave in Galles, dove un quarto dei bambini sono sovrappeso.

La professoressa Heather Joshi, direttrice del programma, confessa al Guardian di essere scioccata: «I bambini di nuclei svantaggiati hanno madri che probabilmente non lavorano e così restano a casa e non vengono a contatto con compagni più sviluppati e con insegnanti di asilo, rischiano di correre i primi anni di maratona della vita a un passo più lento: dobbiamo trovare il modo di spingerli».

Dati dell'ufficio statistiche di Londra rilevano che, nel 2005, 3,4 milioni di bambini erano censiti come poveri. L'associazione caritatevole «Barnardo» ne ha contati 400 mila in più e ha ammonito che se non saranno investiti subito almeno 5 miliardi di euro il governo non riuscirà a mantenere la promessa di dimezzare la povertà infantile entro il 2010 e di sradicarla entro il 2020. Polemicamente «Barnardo» segnala che 5 miliardi rappresentano un terzo di quanto spendono ogni anno i britannici in champagne e meno della metà delle gratifiche di fine anno che vengono distribuite ai manager della City, capitale mondiale della finanza.

Statistiche e numeri sono aridi, senza volto. Un esempio allora: Hannah Erickson di Cardiff è una madre sola di 16 anni. Il suo bambino si chiama Dylan e ha 11 mesi. Dopo aver pagato bollette e fatto la spesa a Hannah restano circa 10 sterline a settimana (15 euro) per i vestiti, i biglietti dell'autobus, altre cose essenziali. Ha fatto freddo come al solito questo inverno in Galles e a un certo punto Hannah ha dovuto scegliere tra il riscaldamento e il cibo: «Ho spento per tre giorni e mi sono sentita davvero male, umiliata perché non riuscivo a dare nemmeno una stanza calda a mio figlio», dice la ragazza. Hannah vorrebbe frequentare un corso di estetista, ma spiega che non può permetterselo perché non saprebbe a chi affidare Dylan nel frattempo. Una situazione da Comma 22, senza via d'uscita.