Dante, un errore grave nella traccia.
Critici e professori ma anche messaggi nei
forum:
testo sbagliato «Dante, un errore grave nella traccia» Mariotti: «Non
è una svista». La mail da una Commissione d'esame: «Siamo sdegnati,
diteci chi sono i responsabili». Il viceministro Bastico: «Non c'è
errore, sarebbe stato incongruo
introdurre altri personaggi non presenti nel passo»
M.V. Il Corriere della Sera del
21/6/2007
MILANO - Polemica su Dante. Un Dante «sbagliato»
non certo per colpa del Sommo Poeta, bensì per il testo del Ministero.
La traccia del tema di Tipologia A, Analisi del testo, basata sull'XI
Canto del Paradiso, ha scontentato non soltanto gli studenti ma anche
i docenti e i commentatori. I ragazzi non si attendevano Dante (che
già era stato proposto due anni fa) e pochissimi hanno scelto di
affrontare il primo tema. Ma questo rientra nel «gioco»: è sempre poco
attraente (e soprattutto rischioso) affrontare un'analisi su testi
difficili. Il fatto è che le critiche più puntuali arrivano invece dai
docenti e dai commentatori (come Giovanni Mariotti, che pubblica il
suo commento su Corriere.it). Prima polemica: la traccia è sbagliata
nel modo di proporre il testo e i riferimenti. Secondo ma non minore
attacco: gli studenti degli istituti tecnici non hanno Dante in
programma, quindi sono di fatto esclusi in partenza dalla scelta di un
tema.
«ERRORE GRAVE»
- Dove e come ha sbagliato il Ministero? Secondo Mariotti nella
traccia sta scritto che san Tommaso d'Aquino descrive a Dante «le
figure di San Francesco d'Assisi, fondatore dell'Ordine dei
Francescani, e di San Domenico di Guzman, fondatore dell'Ordine dei
Domenicani». Ma, spiega Mariotti «non è così: san Tommaso d'Aquino si
limita a raccontare la vita di San Francesco. Quanto a San Domenico di
Guzman, ne parlerà Bonaventura di Bagnoregio nel canto successivo, il
dodicesimo. Non si tratta di una svista, ma di un errore grave». Grave
perchè cancella il significato che Dante aveva attribuito allascelta
di personaggi: «San Tommaso, che è un domenicano, tesse l'elogio di
San Francesco; Bonaventura, che è un francescano, quello di San
Domenico (e ognuno dei due termina criticando gli sviamenti
dell'Ordine cui appartiene). Ignorare questa grande costruzione "a
chiasmo" - dice Mariotti - significa distruggere il contesto in cui le
parole di Tommaso si collocano, l'impianto ideologico dei due canti,
il loro formare un dittico che non può essere smembrato. Infine, rende
abbastanza vano l'invito finale a un approfondimento».
«SIAMO SDEGNATI»
- Ancora più duri i commenti in una mail inviata
a Corriere.it dai docenti delle Commissioni di esame presso l’Istituto
d’Istruzione Superiore Agnolo Poliziano (Licei Classico e Scientifico)
di Montepulciano (Siena) che si dicono indignati. Ed esprimono il
proprio sdegno apertamente: «Noi insegnanti di Lettere ogni giorno ci
confrontiamo con i grandi “critici letterari” che ci illuminano sulle
caratteristiche dei nostri Autori; nel Caso di Dante sottolineano
spesso la “Vis polemica” dell’illustre fiorentino “exul immeritus”. Il
sentimento che ci pervade, oggi 20 giugno 2007, alle ore 9.30 circa,
appena lette più attentamente le tracce dei temi di maturità, non è
tanto la “vis polemica”, quanto l’indignazione o meglio, come avrebbe
scritto il Vate, lo sdegno».
(Emmevi)
«DITECI I NOMI»
- «Perché? Un errore, secondo noi assai grave - prosegue la mail
concordando con l'analisi di Mariotti - e non banale, per vari motivi
sia filologici che esegetici, lo abbiamo trovato espresso con molta
superficialità, proprio nella traccia della Tipologia A somministrata
ai nostri cari ragazzi. Nel testo si afferma, con ogni dogmatica
certezza, che Tommaso d’Aquino illustra a Dante i personaggi dei
grandi fondatori degli ordini francescano e domenicano. Non è per
niente così, infatti qualsiasi allievo mediamente studioso, perciò non
accenniamo neppure a noi poveri docenti, sa benissimo che chi tesse le
lodi di Domenico di Guzman è il francescano Bonaventura da Bagnoregio;
anche perché tutti conoscono che i due Canti del Paradiso, XI e XII
che Dante ha strutturato specularmente terminano con una polemica:
L’undicesimo contro i domenicani ed è giusto che sia uno dei più
grandi tra loro, Tommaso d’Aquino, a rivelarla; l’altro, il XII contro
i francescani e sarà proprio Bonaventura a sdegnarsi contro i propri
confratelli. Contro chi ci dobbiamo sdegnare tutti noi, docenti e
studenti?Che si pubblichino i nomi degli “addetti ai lavori” del
Ministero della Pubblica Istruzione, per favore. Ce lo dovete come
piccolo risarcimento».
IL MINISTERO: SCELTA VOLUTA
- La nota del Ministero, con una dichiarazione del viceministro
Mariangela Bastico, arriva in serata. E spiega che il passo scelto «in
maniera corretta e puntuale e nel più rigoroso rispetto del testo del
Poeta la figura di San Francesco d’Assisi». La nota di
accompagnamento, aggiunge, «ha lo scopo di inquadrare il passo,
sottoposto all’analisi testuale, nel contesto generale del Canto». E
conclude: «Incongruo, se non addirittura fuorviante per gli studenti,
sarebbe stato, quindi, ogni riferimento ad altri personaggi o
situazioni estranei al passo proposto, come ad esempio l’elogio di San
Domenico, oggetto del successivo Canto XII»
SOCIETA' DANTESCA
- Anche il presidente della Società Dantesca Italiana, Guglielmo Gorni,
punta tuttavia il dito contro l'errore presente nella traccia di
italiano tratta dal Paradiso di Dante: «Un errore molto grave, credo
dovuto a faciloneria, che ha potuto rendere fuorviante la prova,
almeno per gli studenti meno preparati».
IL FORUM
- L'errore non è sfuggito neppure agli studenti (quelli più preparati
su Dante, almeno). E anche a chi conserva buona memoria degli studi
fatti. Nel Forum di Corriere.it, alle 15.45 Alessandro (che parla di
«ricordi» quindi la maturità l'ha già fatta ma probabilmente non da
molto) segnala il dubbio che la traccia sia sbagliata: «Vi cito un
qualsiasi riassuntino scaricato da internet (non ho il libro sotto
mano…). Canto XI: San Tommaso elogia San Francesco riassumendone la
vita e lamenta la decadenza dell'ordine domenicano a cui egli
apparteneva. Canto XII: Interviene il francescano San Bonaventura, che
elogia San Domenico riassumendone la vita e deplora la decadenza del
suo ordine che male interpreta la propria regola. Controllate pure,
spero di sbagliarmi…». No, Alessandro non si è sbagliato. Ma la scelta
del Ministero, come spiega la nota del viceministro, è stata
volutamente quella di non introdurre elementi esterni che avrebbero
potuto fuorviare gli studenti. Si tratta di vedere se è riuscita
nell'intento.