Codacons: "Maturità a rischio
per i candidati privatisti".
Un provvedimento dell'8 giugno prevede
che siano spostati in città diverse a seconda della residenza
La Stampa del
17/6/2007
«Un provvedimento abnorme e pericolosissimo
quello contenuto in una circolare datata 8 giugno ma arrivata alle
scuole solo giovedì scorso: il Ministero della Pubblica Istruzione,
male interpretando la nuova legge n. 1/07 emessa proprio per
regolamentare gli esami di maturità, ha ritenuto che i candidati
privatisti non possono più fare gli esami nelle scuole paritarie, che
sono in tutto e per tutto identiche alle scuole statali, e devono
essere spostati, a 5 giorni dalle prove, ciascuno in una città diversa
anche sulla base della loro residenza anagrafica». È quanto denuncia
il Codacons, l’associazione di difesa dei consumatori.
«Già ad aprile -ricorda il Codacons- il ministero della Pubblica
istruzione aveva tentato di trasferire coattivamente tali studenti
nelle sole scuole statali ma il Tar del Lazio aveva sospeso i
provvedimenti e ordinato al Ministro di riesaminare la questione e
consentire che anche i privatisti, sia pure in soprannumero, potessero
fare esami nelle paritarie, almeno fino a quando la Corte
Costituzionale, che il 5 giugno scorso ha discusso della legittimità
di questa legge, non emetterà la sua sentenza in merito».
«Dopo la sospensiva del Tar -prosegue il Codacons- i ragazzi, ignari
di tutto, hanno proseguito a studiare nelle loro scuole di
assegnazione paritarie e hanno adattato la loro terza prova proprio
sul programma di quella scuola. Improvvisamente però il Ministero ha
riesaminato la questione ma, testardamente, ha ribadito che gli
studenti devono essere trasferiti in altre scuole tutte statali,
senonchè si è dimenticato di dire dove devono essere trasferiti i
giovani che ora, quindi, si trovano senza sapere nè se nè dove
dovrebbero presentarsi agli esami, nonostante abbiano studiato-osserva
il Codacons- per un intero anno il programma della paritaria dove si
sono scritti dal 30 novembre scorso e cui hanno pagato anche la tassa
di esame che ora perderanno».
«Paradossale e emblematica -prosegue il Codacons- la situazione di
alcune migliaia di candidati iscritti nei licei linguistici che nello
Stato nemmeno esistono. Essi dovrebbero fare l’esame in un liceo
scientifico senza avere studiato la matematica, o ancora gli aspiranti
al diploma di maturità nei licei socio pedagogici, o Itas, tutti a
scarsissima diffusione sul territorio, che dovrebbero andare a fare
l’esame a centinaia di km da casa propria trovando all’ultimo minuto
una stanza in affitto dove vivere».
«I giovani, che tra l’altro solo ora hanno saputo di questa decisione
essendo stati tenuti all’oscuro dal Ministero che non aveva loro
comunicato nulla prima-prosegue il Codacons- si sono rivolti all’avv.
Carlo Rienzi, che ha proposto un ricorso di urgenza al Consiglio di
Stato che però deciderà solo il 19 prossimo, ossia il giorno prima
della prova di italiano. Se il 20 mattina nulla sarà cambiato è
prevedibile -osserva il Codacons-che migliaia di ragazzi ignari si
presenteranno nelle sedi degli esami della loro scuola e, se respinti,
non potranno fare altro che tornarsene a casa e fare poi una azione di
risarcimento danni milionaria contro Fioroni e i Direttori Regionali
scolastici».
«Il Codacons comunque segnala il problema alle prefetture onde evitare
che si verifichino turbamenti all’ordine pubblico, proteste e blocchi
degli esami, comprensibilmente dovuti alla delusione di chi solo il
giorno dell’esame apprende che non può farlo più, eventi questi che
sarebbero dannosi per tutti. L’avv. Rienzi inoltre -conclude
l’associazione- ha chiesto al Ministero di ammettere i giovani con
riserva alla prova nelle scuole dove sono iscritti da mesi, visto che
nessun danno potrebbe derivare al ministero tenuto conto anche che da
quest’anno ben 4 su sette commissari sono esterni e quindi bene
attenti a giudicare tutti con imparzialità e rigore».