Atenei ed enti in attesa del bando (pronto da un
mese) che non arriva. Ricerca, finanziamenti bloccati. L'incertezza dell'operazione tfr fa ritardare l'arrivo dei fondi da ItaliaOggi del 19/6/2007
Un'altra speranza delusa per i 22 mila ricercatori delle università italiane e degli enti pubblici. Perché i tanto attesi fondi a sostegno di progetti di ricerca nazionale (Prin) si sono arenati nel percorso che li avrebbe condotti da Via XX settembre (economia) a Piazzale Kennedy (università). Sul piede di guerra il mondo accademico, dai ricercatori agli stessi professori universitari pronti a sottoscrivere una mozione da consegnare al ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa ma anche allo stesso Mussi. 'Se non si sblocca la situazione', ha dichiarato Marco Merafina, coordinatore nazionale dei ricercatori universitari , 'si rischia di bloccare la ricerca italiana e questo la dice lunga sull'evidente miopia di una certa parte della politica italiana che non farà altro che affossare sempre di più le nostre eccellenze'.
È sempre una difficile operazione di quadratura
del cerchio quella che il ministro dell'università Fabio Mussi deve
fare, ogni volta, per riuscire a rastrellare un po' di risorse per il
mondo accademico. Questa volta a essere impantanati sono proprio i
fondi Prin, la principale voce della ricerca pubblica italiana, il cui
bando, appena firmato e atteso in G.U., finanzierà in particolare i
cosiddetti progetti di interesse nazionale (Prin): per docenti e
ricercatori ci sarà tempo fino al 30 giugno prossimo per presentare la
domanda di coofinanziamento per programmi che possono essere relativi
a qualunque ambito disciplinare e possono riguardare sia ricerca di
base che applicata, purché di elevato interesse sul piano di
avanzamento della conoscenza. Ma, come ha dichiarato lo stesso Mussi
in un'audizione in commissione istruzione alla camera, 'se non si
interverrà subito con un atto ad hoc' questo bando, potrebbe saltare.
E ciò comporterebbe un danno gravissimo per il paese, dato che 'i Prin
rappresentano una delle principali fonti di alimentazione della
ricerca pubblica di base nel nostro paese, universitaria e non.
Nell'ultima Finanziaria sono stati unificati i tre fondi
precedentemente esistenti, nell'unico fondo First con l'aggiunta di
960 milioni nei tre anni. Quindi, ha spiegato ancora il ministro, 'in
Finanziaria la cifra è scritta e i soldi ci sono, inclusi quelli per i
progetti Prin'. Qual è, allora, il problema? Il bando, che destina ai
progetti Prin 160 milioni di euro sebbene sia ormai pronto da circa un
mese, non può diventare operativo perché gli stanziamenti per il
First, (che comprendono anche i Prin), fanno parte dei fondi vincolati
alla verifica degli effetti della norma sul tfr, secondo al comma 758
della Finanziaria (che ha istituito il fondo di tesoreria presso l'Inps
deputato a raccogliere il tfr dei dipendenti di aziende con più di 49
addetti). Insomma, se i fondi non verranno subito smobilizzati, il
rischio è di far saltare propri i bandi Prin di cui lo stesso Mussi ne
ha rivisto i criteri. Sbloccato il bando, i progetti saranno
selezionati da una commissione di revisori anonimi poi ratificati da
un comitato. Alla nuova agenzia di valutazione del sistema
universitario e degli enti di ricerca il compito di verificarne il
buon fine |