Arrancavano sull'Infinito ora li ammiro. Marco Lodoli, la Repubblica 22/6/2007
La seconda prova d'esame
cambia tutte le carte in tavola: se il primo giorno, di fronte al
tema, alla cultura alta e un po' vaga, ai pensieri profondi e un po'
sfuggenti da recuperare a ogni costo in qualche angolo del cervello, i
ragazzi avevano la faccia scura e preoccupata del due di picche o del
tre di fiori, ora hanno tutta un'altra espressione, sono tutti re,
regine e fanti con la piuma in testa e l'orgoglio di dimostrare quello
che hanno imparato durante questi anni!
Io che li ho visti
spesso arrancare sui Sepolcri o sull'Infinito, ora li ammiro mentre
scrivono formule, progettano viaggi, disegnano abiti, e credo sia così
in tutte le scuole. Questa è una generazione con un forte senso
pratico della vita: se c'è un problema, ci deve essere anche una
soluzione, e loro si ingegnano per trovarla. "Non può capire,
professore, lei è un poeta", mi dice un ragazzo senza alzare la testa
dal foglio, e forse ha ragione: io insegno nuvole e vento, mentre loro
sanno come prendere il toro per le corna, come riportarlo nella
stalla. Se questa è la prova della vita, i ragazzi mi sembrano pronti
a superarla di slancio, perché sanno che il domani già li aspetta. |