Ehi, Prof!

 Arlekin da DocentINclasse, 24/6/2007

 

Stampati, chiavi, armadi, locali e insediamenti (plenari e preliminari): un profluvio di pagine. Le operazioni “effettuate” dalle commissioni all’Esame di Stato non vanno a verbale come avrebbero voluto Cassese (il Codice di stile delle comunicazioni scritte ad uso delle amministrazioni pubbliche, poco diffuso, quasi introvabile, è del ‘93), o Bassanini (il Manuale di stile, prosecuzione del Codice, ha dieci anni). Nemmeno come avrebbe voluto Churchill: «È ora di mettere fine a frasi come queste: […] "Dovrebbe essere presa in considerazione la possibilità di porre in essere".» (Istruzioni al governo, 1940)

Sembra opportuno che i commissari non firmino gli elaborati, ma “appongano la propria firma sugli stessi” nel “Verbale delle operazioni relative allo svolgimento della prima prova scritta” (che non potrebbe sciattamente intitolarsi: “Verbale della prima prova scritta”). Al posto del vergognoso “fare”, in certe costruzioni (assolute, come il potere dei burocrati, e come questo discutibili) “effettuare” perviene alla rarefazione del senso (anzi, dei sensi): “La Commissione, ove non effettuato nel corso delle sedute preliminari, dopo ampia discussione, delibera, ai sensi dell’art. 13, comma 9, dell’O.M., di stabilire” eccetera.

Nel dibattito degli anni Sessanta aperto da Pasolini sulla lingua italiana, Calvino annotava: «[…] dove trionfa l’antilingua – l’italiano di chi non sa dire “ho fatto” ma deve dire “ho effettuato” – la lingua viene uccisa.» (“Il Giorno”, 3/2/1965). Per non dire della morte di tanti alberi, ove la scelta dell’antilingua sia effettuata.

By Arlekin