Comparazione educativa/2.
Una strategia per governare la globalizzazione.

da Tuttoscuola, 5/6/2007

 

"L’unica strategia applicabile in Europa, nei confronti degli allievi provenienti da altri contesti etnico-culturali, è quella dell’ascolto". Così si è espresso Leslie Bash, studioso inglese di educazione interculturale, in occasione del convegno internazionale su "Comprendere l’alterità: comparazione, intercultura, Europa. Il ruolo delle scienze dell’educazione", svoltosi presso l’università di Roma Tor Vergata.

A suo giudizio le due strade finora prevalentemente battute, quella di un multiculturalismo più o meno tollerante (la via seguita in Gran Bretagna) e quella di una integrazione basata sull’assimilazione (la via preferita dalla Francia) sono entrambe incapaci di dare risposte adeguate ai processi di globalizzazione in corso. La prima perché rischia di cristallizzare ("reificare", ha detto) le differenze, e quindi la distanza, l’incomunicabilità tra i diversi gruppi e di questi con la popolazione della nazione ospitante. La seconda perché non comprende le ragioni e il bisogno di "identità" e di riconoscimento dei gruppi. Di qui la necessità di una strategia dell’ascolto.

La tesi dello studioso inglese, per quanto brillantemente argomentata, non ha convinto alcuni dei partecipanti al convegno, che l’hanno giudicata elusiva (che fare dopo aver ascoltato?) e comunque inidonea a risolvere il problema di come costruire, attraverso i sistemi educativi europei, un nucleo condiviso di valori e di regole - essenzialmente quelli della cultura democratica e liberale - che valgano per tutti coloro che vivono, o decidono di venire a vivere, in questa parte del mondo.